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Notizie del 11/2010
“Como non è Torre Annunziata”posted: 22/11/2010 at 10:45:31
“Como non è Torre Annunziata”

di Michele Del Gaudio

Vittorio Feltri in un suo recente editoriale cita Torre Annunziata come terreno fertile per il radicamento della camorra, in quanto sinonimo di miseria, disoccupazione, cattiva amministrazione, debolezza sociale, rassegnazione e mancanza di coraggio. L’articolo è permeato da un malcelato razzismo che scalfisce i valori costituzionali di uguaglianza, rispetto, solidarietà, scrupolosamente trasmessi dalla Scuola alle giovani generazioni; impone però una approfondita riflessione, perché è l’ennesima volta che personaggi affermati indicano Torre come esempio di mafiosità.
Limitarsi a reagire orgogliosi e indignati sarebbe semplicistico ed improduttivo. Bisogna piuttosto domandarsi perché Torre nell’immaginario collettivo è diventata l’equivalente di mafia. Forse perché i suoi buchi neri, ampiamente pubblicizzati dai mass media, sono tanti e tali da non essere nemmeno equilibrati dalle sue stelle, troppo poche e magari costrette ad emigrare per esprimere il loro talento.
Ma proviamo ad esaminare le accuse di Feltri alla nostra città, che innanzitutto sarebbe affetta dalla “miseria”. Sicuramente il giornalista ha complessivamente esagerato, ma non possiamo negare che Torre sia una città povera: una città ricca non ha quartieri come il Quadrilatero, tante saracinesche abbassate, strade in condizioni pietose. Il tasso di “disoccupazione” è veramente alto. La “cattiva amministrazione” è palese a partire dalla raccolta differenziata dei rifiuti. La “debolezza sociale” è altrettanto evidente.
La “rassegnazione” e la “mancanza di coraggio” meritano qualche parola in più. Ho l’impressione che il direttore del Giornale, in linea di massima, abbia ragione, ma noi gli diamo torto perché, vivendola, non ci rendiamo conto delle reali condizioni della città; perché siamo un popolo che si abitua a tutto, si “rassegna” appunto, si adagia sul chi me lo fa fare e, se qualcuno ha il “coraggio” di agire, tenta di annientarlo come cointeressato, carrierista, pazzo, sognatore.
Forse sbaglio ma in questi ultimi anni è cambiata una sola cosa: l’efficace intervento di Magistratura e Forze dell’Ordine, guarda caso dirette da forestieri. Per il resto: la politica si ciba solo di poltrone, poltroncine e megaprogetti mai realizzati; l’imprenditoria non coglie al volo la crisi della camorra per estendere l’economia legale; professionisti e commercianti sono prigionieri dei loro affari, di cui lamentano la flessione per il crollo dei redditi criminali; le organizzazioni dei lavoratori languono con pigrizia nei loro distacchi sindacali; la Scuola accetta supinamente dirigenti che non assicurano una presenza costante; la Chiesa stessa appare remissiva, mentre potrebbe condannare pubblicamente i camorristi, come cruenti peccatori, e assumere il ruolo di aggregatore sociale attorno ad un serio progetto per una svolta di mentalità e per una concreta azione di rinnovamento… Si potrebbe continuare, ma il concetto è chiaro, ovviamente con le dovute eccezioni per ciascuna categoria.
Allora è tutto perduto? No, affatto! C’è la Torre onesta e laboriosa, ci sono associazioni, imprenditori, professionisti, lavoratori, sportivi, preti, adulti e ragazzi impegnati… Le energie positive sono numerose, ma attualmente sono ignorate, più che valorizzate. Ci sono anche politici preparati ed onesti ora penalizzati nella corsa elettorale a causa del clientelismo imperante… Manca però il “coraggio”, di unirsi, di assumersi la responsabilità di liberare la città dall’etichetta di “antimateria” sociale, di dimostrare che Torre può diventare come Como.

Pubblicato su Metropolis del 21-11-2010

Società civile e cultura del fareposted: 14/11/2010 at 19:20:04
Società civile e cultura del fare

di Michele Del Gaudio

L’efficace lavoro di Magistratura e Forze dell’Ordine ha ridato vigore alla società civile, che nel periodo del dominio camorristico è stata quasi dormiente. Ha ripreso slancio l’associazionismo storico e sono nate nuove aggregazioni che hanno raccolto soprattutto le espressioni culturali e sociali dei giovani. La Barca dei Saperi si è caratterizzata per l’indipendenza da partiti e istituzioni, l’esclusione di sbocchi elettorali, l’essenziale partecipazione degli studenti, ma anche per l’obiettivo non solo di affrontare, come accaduto in passato, le tematiche cittadine più rilevanti, ma di farlo in maniera documentata e professionale, di elaborare soluzioni, di procedere nelle sedi competenti per la loro attuazione. Ha tentato, in altre parole, di non fermarsi al convegno, per “imbarcarsi” nell’ambiziosa opera di assolvere gli impegni presi nelle sue assemblee pubbliche. Dopo dieci mesi però il gruppo ha rallentato il ritmo per comprendere se è effettivamente in grado di sostenere un tale onere. La Barca gode di una “ciurma” di circa quattrocento interessati, ma solo una decina di ragazzi e alcuni adulti si occupano del fare. I “rematori” per discutere ci sono, e vanno ringraziati per la loro disponibilità, ma solo pochissimi si ritrovano al momento di agire. Scarseggia insomma la capacità di tradurre le parole in fatti.
Gli stessi consensi via Face Book si stanno rivelando illusori. Prendiamo il caso del Ponte di via Sepolcri: più di mille messaggi di adesione sul web hanno prodotto una settantina di presenti al dibattito con uno solo degli fondatori della nutrita comitiva di internauti.
L’associazionismo appare carente nelle metodologie di analisi e soluzione dei problemi, nel documentare la propria tesi, nel sostanziare una proposta, condurre una ricerca sull'argomento, consultare archivi ed emeroteche, acquisire atti amministrativi in base alla legge sulla trasparenza, trasformare l'idea in progetto e realizzarlo... Salvo eccezioni, ci si ferma alla favolosa intuizione, ma ci si rimette ad altri, che mancano, per concretizzarla; e, quando le risposte sono individuate, difettano le persone per metterle in pratica.
Occorre un ampio movimento non solo di coscienze, ma di coscienze attive, che facciano, sappiano fare. A Torre siamo pieni di idee e progetti, ma quasi nessuno è diventato realtà.
Ecco perché lancio un appello a tutti gli abitanti del territorio che abbiano voglia di dedicare qualche ora alla settimana al bene comune, per conoscerci, organizzarci, intraprendere insieme un percorso di rinnovamento. Mi rivolgo innanzitutto agli studenti, ai giovani, non solo per la loro voglia di vivere e cambiare, ma anche perché hanno dimostrato di essere la parte migliore della società: negli ultimi quindici anni, a livello scolastico e associativo, hanno prodotto almeno il 90 % dei nostri saperi.
Ragazzi, vi chiedo ancora uno sforzo: aiutateci a guarire le sanguinanti ferite che insozzano le nostre strade e a ottimizzare le tante risorse che abbiamo, di cui la più preziosa siete voi. Non vi accontentate di essere il futuro a nostra immagine, siate il presente, un presente diverso, migliore, per voi e per noi. Io credo profondamente nel vostro essere meraviglioso, nelle vostre straordinarie potenzialità, credeteci anche voi!
Si potrebbe promuovere, magari da parte dei rappresentanti degli studenti di tutte le scuole, un incontro fra giovani e adulti per fare comunità, per domandarci cosa può fare ognuno di voi, di noi, per la propria città e cosa può fare la città per “voinoi”, per poi passare “insieme” dalle parole ai fatti.
Ragazzi, adulti, la Primavera di Torre è iniziata!

www.micheledelgaudio.it
facebook: michele del gaudio
e gruppo la barca dei saperi
micheledelgaudio@virgilio.it
tel. 081 862 21 48

Pubblicato su TorreSette 12-11-2010



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