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Notizie del 3/2009
A scuola di mitraposted: 13/3/2009 at 10:50:28

I minori e la criminalità organizzata. Un rapporto che, col passar del tempo, è cambiato, radicalmente. Da spettatori a protagonisti. Un tempo erano soltanto “muschilli”, oggi, invece, le cosche, sempre più nel mirino di carabinieri e polizia, cercano di fornire loro un supporto, anche in termini di addestramento. L’ex magistrato e scrittore, Michele Del Gaudio, autore di best seller come “La toga strappata”, “Vi racconto la Costituzione” e “Adolescenti”, ci propone le sue riflessioni sul punto.

Che ne pensa del mitra giocattolo “da esercitazione”?

“E’ la controprova che quello che abbiamo letto nei mesi scorsi, su presunti inviti da parte di genitori detenuti ai figli minorenni, di imparare ad usare le armi sono in qualche modo fondate. La criminalità organizzata ha tutto l’interesse a non far studiare i bambini, in modo da portarli alle soglie dell’adolescenza in una situazione di totale mancanza di cultura per poterli gestire a piacimento nelle uniche capacità che hanno acquisito, cioè la violenza verbale e quella fisica”.

In che senso?

“Se i ragazzi dei quartieri disagiati disponessero di una cultura minima, sarebbero meno permeabili alle allettanti proposte camorristiche di guadagnare tanti soldi solo per fare le sentinelle o i pusher. Che lavoro potrebbe fare un giovane che sa parlare solo in dialetto e ragiona solo in termini di sopraffazione per non essere sopraffatto?”.

Si può, comunque, sperare in futuro migliore?

“Solo se sarà la scuola ad andare verso questi ragazzi, senza pretendere che siano loro ad andare verso la scuola. In assenza della famiglia sul piano educativo, solo la scuola può attivare nei giovani il senso critico, cioè la capacità di scegliere i propri modelli di comportamento senza subirli acriticamente”.

Lei vuole dire che, se uno vede “Il grande fratello”, ne imita i personaggi, se vive in ambienti violenti…!

“Esatto! Alla base di ogni decisione c’è, sul piano teorico, la conoscenza di modi diversi di pensare, di essere, di agire e, su quello pratico, la presenza di più opportunità. Troppi adolescenti non conoscono che un unico modo di vivere e non trovano che una sola scelta possibile. Dovrebbero avere più conoscenze e più opportunità per poter decidere davvero. Oggi è quasi impossibile, manca loro la cultura, che stimola i sentimenti, la curiosità di sapere, la voglia di primeggiare anche in settori pacifici, la convenienza dello stare insieme, di fare qualcosa per il gruppo. E latitano i luoghi di svago e poi i posti di lavoro, fra i quali individuare quello congeniale”.

Allora ci arrendiamo?

“No! Ognuno di noi, qualunque ruolo svolga, si impegna per creare cultura anche nei quartiere disagiati e occupazione a tutti i livelli. Se non lo farà, non potrà meravigliarsi dell’esistenza di “scuole” che insegnano a sparare!














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