Notizie del 6/2008
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Scuola e Didattica, Buon compleanno, Costituzione! | posted: 1/6/2008 at 10:54:26 |
Giugno 2008, Scuola e Didattica, Buon compleanno, Costituzione! (Costituzione, scuola, legalità)
Fin da bambino stavo istintivamente col più debole, parteggiavo per chi perdeva, dal pallone alle figurine, alla vita. All’università mi chiarii le idee: anche la Costituzione italiana sta coi più deboli! E nel leggere il Vangelo per scelta, non per tradizione, scoprii che anche Gesù sta coi più deboli. Le mie intuizioni infantili diventarono convinzioni, comportamenti, impegno per coloro che perdono. La scelta di fare il giudice fu una conseguenza automatica: tutelare i diritti dei deboli dalle prevaricazioni dei forti.
Nel ’92 cominciai a girare le scuole, accanto al giudice Antonino Caponnetto, padre del Pool Antimafia di Palermo, per testimoniare che Giovanni Falcone e Paolo Borsellino non erano morti invano. La Costituzione fu la nostra stella cometa e ci condusse da don Giuseppe Dossetti, che la Costituzione l’aveva scritta.
Queste due figure straordinarie hanno colorato la mia vita e il mio lavoro.
Ma cos’è la Costituzione? Raccoglie i principi che uniscono gli italiani, i fini da conseguire, gli strumenti attraverso cui realizzarli: precisa che sono liberi, uguali, democratici, solidali… che, se non tutti sono liberi, uguali, democratici… la Repubblica elimina le circostanze ostative attraverso una serie di strumenti: il parlamento, il governo, la magistratura… Negli ultimi anni l’attenzione si è concentrata su questi organi, mentre si è un po’ tralasciato il cuore della Costituzione, il perché stiamo insieme. Dopo la Resistenza, che vede combattere uomini, donne, adolescenti per la libertà, e il secondo conflitto mondiale, che provoca 55 milioni di morti, i costituenti capiscono che non possono partorire un incoerente cumulo di luoghi comuni per accontentare tutti, ma devono scrivere norme solide in cui ogni cittadino possa riconoscersi. Ecco perché la nostra è la costituzione più bella del mondo! Non tanto per il sistema istituzionale, ma per i valori che fonde in una sintesi mirabile delle tre culture più importanti della storia occidentale: la liberale, la cristiana, la marxista.
È significativa proprio l’analogia fra Vangelo e Costituzione, pur nella laicità chiara e incontestabile del documento costituzionale.
Personalmente, sono innamorato di Gesù per la sua umanità, mi affascina quando insegna che la felicità è nell’essere assieme agli altri, nell’avere fame e sete di giustizia, quando caccia i mercanti dal tempio, quando afferma la centralità umana nel progetto divino. Amo la Costituzione per lo stesso motivo: pone al centro la persona, che viene prima dello Stato, della legge, dei giudici, della polizia… le riconosce dei diritti che non possono essere violati da nessuno, neanche dagli organi statali. Mi colpisce anche la trasformazione della solidarietà da vincolo morale in dovere giuridico: è una vera rivoluzione, a prescindere dalla reale attuazione della norma!
Un’altra novità assoluta è la definizione del diritto alla vita non solo come incolumità fisica, ma anche mentale, spirituale, progettuale: la Repubblica “rimuove gli ostacoli di ordine economico e sociale, che… impediscono il pieno sviluppo della persona…”.
Ecco perché insegnarla!
Conoscerla permette di passare dall’io al noi, di comprendere che si è felici non da soli, ma assieme agli altri… che la felicità degli altri è alla base della nostra. La Costituzione, che il 1 gennaio 2008 ha compiuto sessant’anni, aiuta ad essere felici, a diventare attori del cambiamento, perché è essa stessa cambiamento, rimozione di ogni ingiustizia; anche se il cammino è ancora lungo. È un modo di essere, pensare, agire… è solerzia non indifferenza, denuncia non rassegnazione... è informarsi, vigilare, esserci: nei condomini, nei quartieri, nelle città, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nelle chiese, nelle associazioni, nei partiti, nei sindacati… È contribuire nel proprio piccolo al cambiamento.
È una guida, una compagna di viaggio con cui confrontarsi, sempre: anche quando una piccola danzatrice sta per decidere se fregare la concorrente per avere la parte principale, o un giovane calciatore se simulare un fallo in una partita di calcio, o uno studente se reagire con la violenza alla violenza, o se dire la verità - ed essere spione - o essere omertoso… La Costituzione non è un lontano pezzo di carta, ma vita quotidiana; aiuta a crescere insieme, a fare squadra, a porsi non al centro del cerchio, ma sulla circonferenza.
Come insegnarla?
Raccontandola, parlandone senza parlarne, conversando delle vicende giornaliere, leggendo il giornale, navigando su internet… C’è Costituzione dal momento in cui ci svegliamo al mattino a quando ci corichiamo la sera; c’è nel rapporto fra genitori e figli, fra marito e moglie, fra amici… e nei giochi, nello sport, nelle canzoni… Assieme a un gruppo di studenti abbiamo scritto un libro sulla Costituzione con i versi dei cantautori… assieme ad altri abbiamo elaborato un dvd con spot pubblicitari in cui si promuovono, invece di merendine e cellulari, i valori costituzionali… assieme ad altri ancora un racconto di ragazzi per ragazzi...
La Costituzione è come la fede!
Bisogna crederci! Se uno non ci crede, è bene che non la insegni. Ed è opportuno che metta il suo cuore in quello degli studenti e trasmetta il cuore della Costituzione: il suo aspetto formale è molto meno rilevante. A tale scopo è meglio usare il linguaggio dei giovani, non il nostro, e la loro cultura, non la nostra, cercando di operare una sintesi fra i loro atteggiamenti a scuola, a casa, per strada, che difficilmente coincidono. Senza dimenticare di dare fiducia, interessarli, appassionarli con un dialogo intenso che consenta di costruire insieme opinioni e comportamenti: in un’ora un insegnante può trattare dieci concetti, ma potrebbero rimanere suoi; col dialogo ne tratterà al massimo tre, ma saranno della classe. Occorre attivare processi di convinzione interiore che possano tramutarsi in azioni... anche quando non c’è il controllore: l’insegnante, il genitore, il poliziotto…
La Costituzione va praticata!
Fatti non solo parole, da parte di tutti, in particolare gli adulti.
Quello che a volte manca alla scuola è proprio la capacità formativa; come se ci si concentrasse sull’informazione, la nozione e si trascurasse la formazione, per la quale la Costituzione è la chiave d’accesso più efficace; anche se forse manca in molti docenti proprio la conoscenza del suo contenuto. Le responsabilità sono varie, ma gli insegnanti, pur nelle enormi difficoltà generali, potrebbero dedicarsi di più alla formazione, a premiare non solo lo studio ma anche la maturità, a favorire nei ragazzi la ricerca di un equilibrio fra la conoscenza teorica e quella della vita, fra le ore da trascorrere in compagnia dei libri e quelle da dedicare alla socialità - in particolare con i coetanei - ad evitare che il sapere prevalga sull’apertura mentale.
La Costituzione aiuta ad aprire la mente, al rispetto della diversità, alla soluzione pacifica dei conflitti, anche relazionali, alla partecipazione, alla condivisione, alla convivenza.
Certo, non è facile ottenere condotte costituzionali dagli studenti in presenza di tanta ingiustizia e tanta illegalità adulta. Si può partire dalla realtà in cui si vive, analizzarla, pensare, discutere insieme fino a trovare i valori minimi per tutti, anche per gli insegnanti, i dirigenti, il personale… i genitori... Si può, ad esempio, esaminare la realtà familiare per individuare i principi costituzionali applicati – ed in che misura – e quelli violati. La stessa indagine si può effettuare per la classe, la scuola, la comitiva, il quartiere… È in questo passaggio che si gioca la riuscita di un progetto sulla Costituzione. Lo studente si sente partecipe di un percorso suo, non imposto. E aderisce, salvo eccezioni, e assume il ruolo di rigoroso custode della regola, più di un adulto. Il terreno è fertile per incarichi di responsabilità; non necessariamente ai più bravi, ma anche ai più vivaci, in modo che il trasgressivo si senta notato, stimato, amato senza ricorrere alla bravata, soprattutto quando si impegna per un fine comune.
Gli strumenti didattici?
Possono essere i più vari, da quelli tradizionali alla musica, al video, al teatro, al giornalino, allo sport… ai giochi in cui tutti si divertono e nessuno vince, perché il fine è divertirsi, non vincere: la Costituzione ama il divertimento, ripudia i giochi con un eroe e tanti sconfitti, come il Monopoli, i videogiochi violenti, il Risiko… che educano a far soldi, ad essere aggressivi, a conquistare il mondo… Più che alla vittoria si può tendere al risultato comune, motivando, coinvolgendo e appagando i ragazzi con la realizzazione dell’obiettivo: il giornalino, l’opera teatrale, il cd, il dvd, la canzone rock che canta principi e valori, la costituzione di una partita di calcio, con il suo popolo, i principi, i fini, il parlamento, il governo, i giudici…
Sicuramente si tratta di metodologie non di impatto immediato ed eclatante, ma di effetti sulla distanza.
Anche l’attuazione complessiva della Costituzione richiede tempo, ma, senza, gli italiani non avrebbero proceduto così alacremente nel cammino della civiltà.
Ed allora, buon compleanno, Costituzione!
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