Papa Francescoposted: 13/3/2021 at 14:17:45
Per ricordare quel 13 marzo 2013, ripropongo la lettera aperta che gli scrissi:
Caro Francesco,
ti sei posato sul Tevere come un’aquila dolce, giusta, generosa, hai salutato con la serenità di una chioccia che cova il futuro, stai nuotando come un delfino che attraversa le onde e sguscia fra i pescecani.
Ti aspettavo, Francesco, ti aspettavamo in tanti… Credo fermamente in Gesù e nel suo insegnamento, cerco di praticarlo tutti i giorni, ma sono incapace di ammettere che Gesù sia Dio. Eppure credo! E voglio avere la fede! Ma non ci riesco. Si può credere senza fede?
Sarebbe più facile se il clero attuasse il Vangelo, se Dio non permettesse angherie, discriminazioni, barbarie… non facesse morire i bambini…
Mi hai stupito subito. Hai sottolineato che sei Vescovo di Roma. Vuoi ripartire dalle origini, da un Pietro non sommo pontefice ma mattone del corpo roccioso. Il tuo compito, come il suo, non è l’infallibilità autoritaria ma armonizzare tutte le comunità cristiane in un respiro universale. Ho allora spalancato porte impazienti e finestre… e i cambiamenti vi si sono insinuati silenziosi e costanti... per vicoli e autostrade, ville e case popolari, saperi e stentati alfabeti, innocenze e consapevoli malvagità. Sono certo che ci riporterai al reale pensiero di Gesù, spogliandolo delle forzature ecclesiali che lo hanno reso una dottrina troppo spesso utilizzata per gli interessi dei forti contro i diritti dei deboli.
Fin da piccolo stavo istintivamente col più sfortunato. Passavo ore ad ammirare i muratori tirare su un muro, riparare una via, perdere... Sì, sostenevo chi perdeva, dal pallone alle figurine, alla vita. E il Vangelo e la Costituzione italiana stanno coi più fragili. Sono due testi fatti per intendersi.
Solo quando non ci saranno deboli e forti il mondo si trasformerà nel “regno dei cieli”, spumeggiante di giustizia sociale, equa distribuzione delle risorse, negazione di qualunque tipologia di esclusione, necessità di una esistenza soddisfacente per tutti, di strutture sanitarie adeguate, di istituti di pena civili… “… ho avuto fame e mi avete dato da mangiare… (Matteo, 25:35-36)”.
Ed in questa evoluzione un cattolicesimo, interprete leale ed energico della Parola, può suscitare un amore attivo in grado di sradicare ogni tipo di sopruso e fondere indissolubilmente il fine spirituale con la prevenzione, la denuncia, l’azione, fino ad elogiare il celebrante che ha avuto il coraggio di affermare dall’altare: “La camorra fa schifo!”.
Tu sei un Papa “nuovo” non per banali informalità ma perché dai sostanza alla forma… o meglio all’antiforma. Ti sei subito inchinato all’umanità e sei intervenuto sulle nefandezze non solo della Chiesa. Non è un percorso facile, ed è anche pericoloso. Temo che sopraggiungano gli attacchi dei poteri forti internazionali, italiani, ecclesiali.
Ho paura che ti ammazzino!
Sono convinto che ti dedicherai ai bambini, agli adolescenti, ai giovani, come Papa Giovanni XXIII.
Non farlo santo, per favore!
Proclama Angelo Roncalli modello da imitare per il suo magistero e il suo riformismo ancorato alla Verità. Oppure, se per ragioni canoniche deve essere elevato alla santità, non la motivare con i miracoli, ma con le virtù. Perché un santo deve fare i miracoli? Forse i santi sono proprio quelli che riescono ad essere umani!
Per Gesù, e per la Costituzione, la persona viene prima di tutto, anche delle leggi. Allora sarebbe opportuno trasmettere ai ragazzi il fascino dei diritti e solo dopo far riscontrare l’utilità del rispetto dei doveri… per vivere bene tutti. Monologhi intrisi di obblighi e punizioni aumentano la loro parte peggiore… Non possono essere convocati dall’istituzione che intima una serie di norme totalmente disapplicate nei luoghi in cui risiedono! L’effetto è il rifiuto di un mondo sconosciuto. Serve un’istruzione che non offra il pacchetto tutto compreso da prendere o lasciare, ma li includa, li cerchi. L’egoismo, la rabbia, la sopraffazione, la malavita sono in ogni angolo… La famiglia, i docenti, i sacerdoti devono essere lì in quel preciso momento, nell’attimo della scelta fra la cittadinanza e la distruttività… o addirittura la criminalità. Occorrono insegnanti preparati anche in pedagogia, psicologia, comunicazione, legalità, Costituzione…, veri e propri pool di maestri di strada che vadano a scovare i minori a rischio, missionari antinichilismo che operino in mezzo ai teenager, senza pretendere che frequentino l’oratorio.
Sciaguratamente la politica è latitante.
Ma Vangelo e Costituzione non si limitano ad elencare principi e lodevoli iniziative individuali, propongono un programma da realizzare sul pianeta!
Caro Francesco, per circa un trentennio ho giudicato, per alcuni anni ho contribuito ad approvare leggi, ma il mio organismo non ha tollerato i ritmi massacranti che gli ho imposto, e la salute è inciampata. Quel poco che mi rimane lo sto consacrando al dialogo con gli studenti e a digitare frasi sul computer. La sofferenza però mi ha fatto un dono: ha zittito il giudicare e ha rigenerato la voglia di amare.
Non so se Gesù è Dio, ma so che ho scritto questa lettera, e il racconto che ti invierò, pensando a Lui.
Con tenerezza,
michele del gaudio


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