Aldo Moroposted: 9/5/2021 at 13:58:07
muore il 9 maggio 1978, 54 giorni dopo il rapimento, avvenuto il 16 marzo.
Il 14 novembre 1985 la Cassazione condanna in via definitiva brigatiste e brigatisti rossi.
Vengono poi celebrati i processi Moro-ter, Moro-quater e Moro-quinquies, che non modificano il quadro probatorio.
Mi occupo della tragedia, che trucida purtroppo i cinque agenti della scorta, come membro della commissione parlamentare contro stragi e terrorismo.
Fin da subito l’esclusiva colpevolezza delle brigate rosse non mi convince. Rilevo diverse incongruenze, falsità, mezze verità, contraddizioni nelle confessioni di imputate ed imputati. Mi limito a riportarne alcune, che però incrinano apprezzabilmente il racconto, fondato sul coinvolgimento di sole nove persone.
La prima riguarda l’ingegner Alessandro Marini, che, a bordo del suo motorino, ad esigua distanza dall’eccidio, viene immobilizzato dalla mitragliata proveniente da una moto Honda con due passeggeri, che gli frantuma il parabrezza. L’ingegnere si salva per miracolo e pochi minuti dopo riferisce l’evento alle forze dell’ordine, consegnando loro il caricatore caduto ai motociclisti. La sua versione viene confermata da tre presenti. Eppure il commando smentisce la partecipazione di quel veicolo e gli inquirenti ci credono, nonostante il motorino bucherellato, il caricatore e ben quattro deposizioni convergenti.
Neanche il supporto di una seconda moto, citata da altri testimoni oculari, compare nelle dichiarazioni dei brigatisti, salvo uno.
Ci sono quindi quattro complici di cui il manipolo “ufficiale” nega l’esistenza.
Altri quattro, appostati dietro le siepi di un bar, sparano quasi cento colpi. Indossano delle uniformi dell’Alitalia. Mi lascia perplesso la scelta di divise vistose, che vengono infatti notate da vari astanti. Sarebbe stato più logico cercare di passare inosservati. Forse sono utilizzate solo per evitare vittime di fuoco amico, in quanto ci sono componenti sconosciuti agli altri.
E, guarda caso, in una strada attigua cammina il colonnello Camillo Guglielmi del SISMI, il servizio segreto militare, che va a pranzo da un amico... alle 9.00 del mattino…
Potrei continuare, ma mi limito a segnalare che sono stati raccolti indizi non solo a carico dei servizi, ma anche contro la Loggia P2, la mafia, la ‘ndrangheta, russi, americani, israeliani e palestinesi.
Senza approdare ad ipotesi fantasiose, mi preme sottolineare che, dopo decenni, continuo a pensare che le brigate rosse non siano le autrici del massacro o, quanto meno, non abbiano agito da sole. Diversi elementi fanno propendere per un ruolo ideativo, organizzativo, di supporto dei servizi infedeli allo Stato.



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