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Notizie del 11/2021
Rosy Bindi Presidente della Repubblicaposted: 30/11/2021 at 17:04:43
Perché una donna e perché Rosy Bindi!
Perché una donna!
Perdonateci, donne, perdonateci tutti!
La vostra partecipazione istituzionale è vilipesa da secoli, ma ora siamo nel terzo millennio!
La questione non è puramente ordinamentale, ma soprattutto culturale, sociale, finanziaria. E l’assenza della concezione femminile compromette la visione complessiva delle problematiche che affrontano le varie autorità.
Eppure la Costituzione fin dal 1948 prevede l’eguaglianza senza distinzione di sesso e il dovere di rimuovere gli ostacoli che la impediscono; come pure il voto per uomini e donne e la pari opportunità nell’accesso agli uffici pubblici e alle cariche elettive. Ma solo dopo più di quarant’anni il legislatore ordinario comincia ad attuare il dettato costituzionale, anche grazie alle sentenze dei giudici e della corte costituzionale, alle lotte di donne e associazioni, al mutamento intellettuale della popolazione e delle forze politiche.
Innanzitutto le donne acquisiscono il suffragio nel 1945, prima era illegale.
Nel 1946 all'Assemblea Costituente vengono elette 21 donne su 556 componenti (il 3,79 %). Il 18 aprile 1948 si tengono le prime elezioni democratiche: su 982 parlamentari le donne sono 49 (il 5 %). Con l’ultima tornata del 4 marzo 2018 salgono a 334 (il 35%). Un po’ di evoluzione c’è! Ma l’azione deve continuare!
Sono necessari 30 anni e 7 legislature per avere più di 50 donne in parlamento. Quota 100 è superata nel 1987 e quota 150 nel 2006. La prima donna presidente della camera è Nilde Iotti, dal 1979 al 1992. Al Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati dal 2018.
Finora l’Italia esibisce 65 governi, retti da 29 diversi presidenti del consiglio dei ministri. Nessuna donna!
Su oltre 1.500 incarichi di ministro, le donne ne conseguono 83. La prima titolare di ministero è Tina Anselmi nel 1976.
Su 277 presidenti di regioni le donne sono 10, meno del 4 %. Nei consigli regionali e nei due provinciali le donne si attestano globalmente intorno al 20 %. Fra gli assessori le donne rappresentano circa il 33 %.
Nel 1946 10 donne sono sindache, nel 2018 1.097; e circa 2.000 le consigliere comunali; nel 2016 le assessore arrivano a 6.834.
Oltre un terzo degli europarlamentari eletti in Italia sono donne: 29 su 73, pari al 39,7 %.
Alla presidenza della Repubblica siedono dodici maschi. È giunto il momento di una donna!
Perché Rosy Bindi!
Perché è intelligentissima, onesta, irreprensibile, giusta, leale, franca, affidabile, operosa, dinamica, risoluta, coraggiosa, infervorata, ironica, spiritosa, e si mantiene sempre indipendente dal partito di riferimento, esprimendo anche chiari dissensi.
La vedo nel Transatlantico, sono un po’ in apprensione, mi avvicino:
“Scusi, sono Michele Del Gaudio…”
“Che mi dài del lei? Siamo colleghi! Ti conosco, sei un magistrato famoso!”.
“No, è che per me sei un monumento…”
“Guarda che non sono una statua! Sono vivace, battagliera!”.
“Allora ti chiamerò la Pasionaria del Triveneto!”.
“Vada per pasionaria, ma io son toscana, son senese di Sinalunga!”.
“Sì, ma sei espressione parlamentare del Veneto!”.
“Sei una sagoma, Michele! Faremo belle cose insieme!”.
Rosy Bindi nasce il 12 febbraio 1951. Laureata in scienze politiche, è assistente universitaria di Vittorio Bachelet, vicepresidente del consiglio superiore della magistratura, e gli è accanto negli attimi in cui lo uccidono le Brigate Rosse il 12 febbraio 1980. Ne rimane solcata.
È parlamentare europea dal 1989 al 1994, deputata dal 1994 al 2018, ministro della sanità dal 1996 al 2000, della famiglia dal 2006 al 2008, vicepresidente della camera dal 2008 al 2013, presidente della commissione antimafia dal 2013 al 2018.
È discepola di don Giuseppe Dossetti, ed infatti la incontro qualche volta a Monteveglio; ed è molto legata a Tina Ansemi.
Fra i suoi meriti vanno evidenziati: nel 1999 la riforma del servizio sanitario nazionale in continuità con la precedente del 1979 firmata casualmente dalla Anselmi; la chiusura definitiva degli ospedali psichiatrici; le restrizioni alla terapia elettroconvulsivante; i disegni di legge sui diritti e doveri delle convivenze, che le procura accuse dai cattolici, perché audace, e dagli omosessuali, perché timido, e sulla parità fra figli naturali e legittimi; le relazioni su Mafia ed informazione e sui Beni confiscati; le proposte di legge sul codice antimafia e sui testimoni di giustizia; la diffusione della prima lista degli impresentabili nel 2015; il sequestro degli elenchi delle logge massoniche (ritorna la Anselmi); il contributo al Gruppo di lavoro sulla scomunica alle mafie costituito in Vaticano; la pubblicazione di alcuni libri: La salute impaziente, Famiglia, Cattolica e democratica, Quel che è di Cesare.
In quegli anni incessanti, ruvidi, increspati, scottanti, senza sonno, ma entusiasmanti, coinvolgenti, imprevedibili, originali, sognanti, forieri di amicizie immense, ci bastano pochi dialoghi per tessere un percorso d’ideali che ci porta a condividere le iniziative l’uno dell’altra. In una pausa dell’Aula ci dedichiamo proprio alle idee… più contagiose delle malattie… a volte in grado di condizionare la storia più dell’economia. Tu mi manifesti stima ed affetto, anche se io sono sempre un po’ in soggezione. Un pomeriggio sei in un gruppetto a chiacchierare ed io affido a Giovanni Bianchi una fotocopia, domandandogli di firmare quel mio progetto normativo. Ne ricevo una richiesta di attesa per leggerlo. Ed infatti è quello che intendo. Ma tu intervieni con allegra ma ferma gentilezza: “I suggerimenti di Michele puoi approvarli ad occhi chiusi. Io lo faccio. Sono tutti apprezzabili!”. Giovanni sottoscrive subito, mentre io trasalgo dall’emozione e non ho neanche un filo di energia per ringraziare. Da allora ti porto nel cuore… ancora oggi! E ricordo felice l’appoggio alla mia mozione, sostenuta dal caro sottosegretario Luciano Corradini, che impegna il governo a rendere effettivo l'insegnamento della Costituzione e dell'Educazione Civica nelle scuole. Ottengo altre adesioni prestigiose, oltre la tua: Mattarella, Boffardi, Bassanini, Bianchi, Bonsanti, Guerzoni, Russo Jervolino, Melandri e decine di altre, altri complici.
Qualche tempo fa affermi: "Anselmi, una vita straordinaria con una sola incompiuta: sarebbe stata un ottimo presidente della Repubblica".
Ora lo dico io, nel mio miliardesimo rispetto a voi: “Rosy, completa la tua ammirevole esistenza diventando la prima inquilina del Quirinale!”.
Poi toccherà alla prima presidente del consiglio!
michi del gaudio

Marianna Scalfaroposted: 27/11/2021 at 13:15:40
oggi compie settantasette anni.
Nasce infatti il 27 novembre 1944 da Oscar Luigi, che diventa presidente della Repubblica nel 1992, e da Mariannuzza Inzitari, che purtroppo muore venti giorni dopo il parto. Cresce dai nonni e dagli zii paterni mentre suo padre inizia la carriera pubblica.
Provo ad immaginare il suo diciottesimo compleanno!
Siamo a Novara nella casa di famiglia, piena di parenti, amiche ed amici della festeggiata. Il papà arriva da Roma nel pomeriggio. È impegnato alla Camera, ma non si sarebbe mai perso la ricorrenza. È accolto con gioia da tutti, la più felice è Marianna che gli si butta al collo.
Si è appena tolto il cappotto, quando estrae dalla tasca della giacca un pacchettino regalo e lo porge alla figlia. Ne esce un libricino, con il tricolore in copertina. Costituzione Italiana!
“Sai che l’ho scritta anche io!” abbozza il papà.
“Ma sì che lo so! E qualcosa so anche della Costituzione! Però non l’ho mai letta tutta” lo lusinga la figlia.
“Vediamo cosa sai!” ancora il papà.
“Beh… è di sana e robusta Costituzione!” scherza Marianna.
“Non è divertente… anzi, anzi, potrebbe essere il titolo di un libro in cui la spiego a ragazze e ragazzi come voi!” abbozza sornione Oscar.
“Libertà e legalità ne sono l’anima” esplora Marianna.
“Anche la solidarietà…” amplia la ricerca Oscar.
“Però non mi venire col predicozzo delle tre virtù teologali… Per me solidarietà è anche tutelare l’occupazione…”.
“Ehi, birichina, sei diventata comunista? E cosa hai contro il catechismo?”.
“Innanzitutto anche il cattolicesimo dovrebbe garantire i diritti di chi lavora… O hai dimenticato, don Oscar, l'enciclica Rerum Novarum di Leone XIII?”.
“Ti senti forte, spalleggiata da compagne e compagni di scuola!”.
“No, è così di carattere!” interviene un bel brunetto.
“Eh, vuoi che non la conosca! Comunque, anche la Costituzione si interessa di basiliche e santuari. All’articolo 7 recita: Stato e Chiesa sono ciascuno nel proprio ordine indipendenti e sovrani.
“Sì, è proprio una recita… ma se i parroci fanno propaganda per un partito!” la figlia.
“Sarà pure vero, ma la laicità dello Stato è presupposto di autonomia e uguaglianza per ogni fede religiosa” il padre.
“Allora mi prometti che impedirai ingerenze politiche del Vaticano!”.
“Sì, te lo prometto… dinanzi a Dio e a questa platea studentesca!”.
“Anche se te lo chiede il Papa?”.
“Sì! Gli racconto la Costituzione e i suoi principi e rifiuto ogni pressione!”.
“È coraggioso tuo padre!” si inserisce la biondina sale e pepe.
“Ma tu non vuoi studiare proprio teologia?” l’apostrofa l’antipatica della classe.
“Sì, ma per una visione critica, aderente al Vangelo!” risponde Marianna.
“Vangelo è Costituzione! Un binomio denso di conseguenze positive! - sentenzia Oscar -. Entrambi uniscono non dividono”.
“Onorevole, lei difende sempre la Carta, ma non cambierà mai idea?”.
“Ma quale onorevole, diamoci del tu! Io la proteggo perché è stare insieme! Diversi articoli usano il verbo riconoscere… che pone subito la persona come un prius e lo Stato un post: è la persona che mette al mondo lo Stato, non viceversa. Anche la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo afferma: Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e in diritti. Quel “nascono” è immenso.
“Ma allora è eterna?”.
“Non dico che debba durare cent’anni, ma neppure due o tre. Comunque cambiare pensiero è un atto di intelligenza e di dirittura morale. Un conto però è farlo per interesse, e un conto per scrupolo, per ricerca, per quantità di ingegno messo a sviscerare i problemi”.
“Tu dici che la Costituzione è nella vita quotidiana. Puoi fare qualche esempio?” la figlia.
“Ero alunno delle elementari quando mio padre mi disse che aveva vinto il concorso nelle Poste. Sul foglio di comunicazione dell’esito c’erano tre linee: servivano per segnare tre sedi preferite. Su di esse, mi spiegò, aveva tirato una barra: Perché lo Stato ha il diritto di mandarmi dove crede. Questa frase mi colpì, ma non mi parve eccezionale. Poi però mi è stata di lezione. Mio padre applicava la Costituzione molto prima che fosse approvata. Servire dà un contenuto umano allo Stato, ente di per sé impalpabile, che anzitutto è la collettività in cui viviamo” il padre.
“E la politica?” la figlia.
“È saper dire no” il padre.
Marianna si laurea in psicologia e teologia, e, dopo la fine del mandato di suo padre al Quirinale, si dedica all'educazione di bambine e bambini, agli strumenti di pedagogia applicata alle scuole dell'infanzia e alle primarie. Dopo la morte del papà si prodiga per l'assistenza del prossimo privo di vitto e sussistenza economica nella comunità di Sant'Egidio, a cui dona anche l'abitazione dei nonni paterni a Novara.
michi del gaudio


Giornata contro la violenza sulle donne 2021posted: 25/11/2021 at 18:54:55
Ricordo… il tuo sorriso ferito dai pugni in faccia…
il primo giorno di scuola 29 bambini…
mi chiedevano in coro
come mai (tu) avessi un occhio nero…
E la fatica che hai dovuto fare
da un libro di odio ad insegnarmi l’amore…
Figlio mio ricorda… che l’amore non è violenza…
non ti spara in faccia mai perché è vietato morire
(Ermal Meta)
Donna come l'acqua di mare…
chi la vuole per una notte…
chi invece la prende a botte…
Donna che non sente dolore
quando il freddo le arriva al cuore…
(Mia Martini)
Vedo la tua isola da qui
e potrei venire a cercarti
ma c'è troppo mare tra di noi
anche se per te lo affronterei
(Tiromancino)
Voi dite “donna”, io dico “amore”.
Se mi commissionate una statua sulla nonviolenza, scolpisco una donna!
Perché è l’opposto della violenza!
Purtroppo però per millenni è stata il suo bersaglio preferito.
Era il peccato, il demonio, la rovina!
Perdonateci, donne, perdonateci tutti!
Vi promettiamo un capovolgimento culturale e giuridico,
in cui il centro è la persona, con i suoi diritti inviolabili.
(michi del gaudio)


Angelo Roncalli posted: 25/11/2021 at 16:41:20
oggi compirebbe 140 anni!
Papa Giovanni XXIII, il Papa Buono.
“Sono venuto, mi avete veduto. Ho messo i miei occhi nei vostri occhi, il mio cuore nei vostri cuori” disse ai detenuti del carcere Regina Coeli il 26 dicembre 1958, il primo natale dopo l’elezione, avvenuta il 28 ottobre.
Un Papa in mezzo a ladri e assassini! Sì, proprio così! Il mattino prima aveva sorriso a piccole e piccoli ricoverate/i all’ospedale Bambin Gesù.
Avevo sei anni, ma quelle parole mi si appiccicarono addosso. Quasi inconsapevolmente mi resi conto fin da subito che il mio approccio con le persone, con le cose, era diretto, profondo; davo il cuore e lo pretendevo, tanto che a volte finivo per litigare... ma col cuore. Strano a capirsi, ma facevo, faccio tutto con il cuore, anche gli errori più stupidi.
Papa Giò! Così lo chiamo ancora adesso nei miei colloqui quasi giornalieri. Me lo sento accanto, anche quando sono cattivo, perché lo sono, lo siamo tutte, tutti un po’. È qui! C’era anche nel momento in cui m’innamorai della Costituzione, nel preciso istante in cui il suo cuore entrò nel mio ed il mio nel suo. Ecco perché evito dibattiti di ingegneria costituzionale: non è materia mia! Io sono affascinato dal cuore della Costituzione; rivelo a chi è interessato quanto il suo cuore sia entrato nel mio e quanto il mio sia entrato nel suo. Soprattutto a studentesse e studenti! Addirittura cerco di parlarne senza parlarne, sperando che i valori spuntino da soli, perché tutto è Costituzione, dallo svegliarsi all’andare a dormire; e la Costituzione è l’amica con cui confrontarsi nel quotidiano per optare per questa o quella soluzione, dalla più modesta alla più rilevante. Ecco due miei compagni di viaggio: Papa Giò e la Costituzione!
Angelo Giuseppe Roncalli nacque il 25 novembre 1881 a Sotto il Monte, in provincia di Bergamo. Fu ordinato sacerdote nel 1904. In Bulgaria dal 1925. Delegato apostolico in Turchia e Grecia dal 1933. Nunzio apostolico in Francia dal 1944. Patriarca di Venezia dal 1953. Papa dal 1958. Con la sua umiltà e semplicità rivoluzionò il protocollo vaticano e sbalordì terra e mare con le sue scelte inaspettate ma dense di un contenuto sincero, appassionato, moderno, innovativo, colorato di futuro… infinito…
Il Concilio Vaticano II (1962-1965) lo inventò dal nulla. Fu lo strumento democratico con cui tentò di cambiare la Chiesa senza riuscirci pienamente. Vi parteciparono più di 2.500 vescovi di tutto il pianeta - c’era anche il mio “maestro” don Giuseppe Dossetti: come consigliere del cardinal Lercaro -. Aprì alle altre religioni, ai non credenti, incoraggiò la fratellanza tra i popoli. Nodali le sue encicliche, tra cui Mater et Magistra (1961) e Pacem in Terris (1963), che proprio oggi i cristiani dovrebbero rileggere, soprattutto i governanti prima di prendere decisioni di guerra.
La sua genuinità permeava anche l’azione diplomatica, resa persuasiva dalla straordinaria popolarità, tanto da consentirgli di svolgere un ruolo di primo piano nelle questioni internazionali, come nella crisi cubana in cui si sfiorò il conflitto nucleare. Scrisse cinque volumi su San Carlo Borromeo. Illuminanti sono anche i diari e le lettere alla famiglia.
Il 3 giugno 1963 milioni di persone piansero...
- È Santo dal 27 aprile 2014! Non perché ha fatto miracoli, ma perché è un modello da imitare! Per le sue virtù, il suo magistero, il suo riformismo ancorato alla Verità. Perché un santo deve fare i miracoli? Forse i santi sono proprio quelli che riescono ad essere umani fino in fondo! -.
Avevo appena dieci anni, giocavo a pallone con gli amici in un campetto, quando una signora si affacciò alla finestra e ci urlò che il Papa buono era morto. Smettemmo di giocare, così, automaticamente, senza una parola, andammo via uno accanto all’altro ma in silenzio... pensai a lui tutto il pomeriggio sul muretto della Litoranea. Arrivai a casa con mezzora di ritardo, ma non spiegai a mia madre il perché, e il suo rimprovero mi scivolò addosso senza ferirmi.
Mi vennero in mente le parole di Papa Giò la prima sera del Concilio, l’11 ottobre 1962. Non aveva programmato di affacciarsi per salutare le fedeli, i fedeli, ma i collaboratori lo pressarono: “Santità, sono centinaia di migliaia, non se ne vede la fine”.
“Cari figlioli, sento le vostre voci. La mia è una voce sola, ma riassume la voce del mondo intero. Qui tutto il mondo è rappresentato. Si direbbe che persino la luna si è affrettata stasera… a guardare a questo spettacolo… Tornando a casa, troverete i bambini. Date una carezza ai vostri bambini e dite: questa è la carezza del Papa. Troverete qualche lacrima da asciugare, dite una parola buona: il Papa è con noi, specialmente nelle ore della tristezza e dell'amarezza”.
michi del gaudio


Raffaele Pastoreposted: 23/11/2021 at 16:47:12
vittima innocente di camorra
Si muove senza origine od approdo, senza obiettivo, scopo o meta… in un tempo senza tempo… in uno spazio senza spazio… in un luogo non luogo: impalpabile, privo di suolo, mare o cielo… ignaro di luce o di buio… ingannevole… vuoto… rappresentato dal nulla…
- Ciao, chi sei?
- Sono Lello!
- Io Gigi!
- Dove siamo?
- Dove? Qui non c’è dove! Sei appena arrivato?
- Non lo so! Qui non mi pare ci siano giorni, mesi ed anni. Prima, dove c’erano, sono stato assassinato il 23 novembre 1996. Ho pianto dolore sulle irruenze indifferenti di un torrente sotterraneo, in cerca di un bagliore…
- E l’hai trovato?
- Non lo so! Sono qui!
- Ma ti rammenti di “prima”?
- Sicuramente! Ho mia moglie Bea e due figli, Salvatore e Giuseppe! E tu?
- La mia si chiama Angela, mia figlia Fabiola. Io ho lasciato Torre Annunziata il 4 luglio 1986. Mi hanno sparato!
- Anche a me!
- Che coincidenza!
- Io non ho voluto pagare il pizzo!
- Anche io ho rifiutato!
- Ma hai avuto dei dubbi?
- No, sono stato netto!
- Anche io!
- Non ho avuto paura. Ero convinto che non mi avrebbero mai trucidato...
- Neanche io ho temuto ed ero certo anch’io…
- Ma, quando i proiettili ti hanno trafitto, cosa hai provato?
- No, niente voli poetici! Lo strazio era lancinante, mi annientava… poi il fiume sotterraneo… il bagliore… e qui… ma non posso nemmeno dire qui… è tutto così inspiegabile… Se lo volessi raccontare, non ne sarei capace!
- Io ho avuto un istante per vaneggiare, credere, immaginare… Angela… Fabiola… poi solo sangue feroce!
- Se tornassi a casa, ti piegheresti agli estorsori?
- No, mai!
- No, mai!
- Bea e Angela si sono conosciute! Si stanno impegnando insieme nell’antimafia sociale. Sono speciali!
- Purtroppo Angela è mancata!
- Lo so! Ho seguito il funerale!
- Ma come facciamo a stare nel niente e a condividere gli eventi del mondo?
- Non lo so! Forse siamo ancora materia, ma in una forma diversa, magari senza le tre dimensioni… O forse siamo antimateria… buchi neri… o ancora solo energia, frequenze, vibrazioni…
- Ma l’energia ragiona? Perché noi riflettiamo, rimuginiamo, progettiamo!
- Mah, io sono, qui! E anche laggiù… tutte le volte che qualcuno mi evoca… meditando, comunicando oralmente, su un foglio, su un computer…
- Per me è identico!
- Ma, quando non ci sarà più nessuno a ricordarci, svanirà anche questa realtà irreale?
- Non so, forse sì! Ma preferisco che sia eterna!
- Intendi quella che ci riunisce a Gesù?
- Non solo. Qualche giorno fa, dopo una manifestazione contro la criminalità organizzata, Fabiola, Salvatore e Giuseppe si sono trattenuti in un bar. Proprio confidandosi su noi due, hanno confabulato di fisica quantistica.
- Sì, c’ero anch’io! C’ero… insomma… Una teoria che si basa sul multiverso…
- … quello di Face Book?
- Non proprio! Il multiverso comprende simultaneamente innumerevoli universi. Il metaverso di Zuckerberg è invece lo stesso principio applicato a internet.
- Un attimo! E cosa c’entra la vita eterna?
- Ma allora non sei stato attento alla conversazione della nostra prole! All’interno del multiverso, ogni universo potrebbe incrociarne uno in cui l’energia potrebbe riversarsi in altri, che entrerebbero in connessione secondo dinamiche parallele.
- Quindi una persona, in un universo può essere sepolta, mentre in un altro può continuare ad esistere!
- Allora noi siamo vivi qua e morti là!
- Sì! Ma ora in quale universo siamo? Noi stiamo qui e lì!
- Siamo contemporaneamente in entrambi, anche se ognuno segue traiettorie separate. Però non correre, il multiverso è una teoria, non è assodato!
- Scusa, proprio adesso Bea, Salvatore e Giuseppe cominciano a pranzare, per me! È l’anniversario!
- Fabiola sta guardando il mare… Ora raggiungo Angela. Scusa se ti lascio. Abbracciamoci! Oh, perdonami, ora non possiamo!
- Qui ci abbracciamo senza abbracciarci, pensiamo senza pensare, ci parliamo senza parlarci…
- Ma allora non ci siamo parlati?
- Non lo so! Quello che so è che qualcuno sta scrivendo di noi!
Lello Pastore fu ucciso il 23 novembre 1996. Gigi Staiano il 4 luglio 1986.
michi del gaudio


Sandro Baldiniposted: 17/11/2021 at 16:29:52
il 17 novembre 2021 compirebbe 85 anni.
Medico personale, discepolo, amico di don Giuseppe Dossetti, che, assieme ad altre/i 555 sagge/i, scrive la Costituzione nel 1946/1947, è fondatore di un ordine monastico nei primi anni Cinquanta, sacerdote dal 1959, esperto al Concilio Vaticano II dal 1962 al 1965, ideatore dei comitati per la Costituzione nel 1994.
Marito di Eva Dahlström! Nel 1959 sboccia un giorno con Eva... su una Vespa… l’ha portata dalla Svezia... bionda, attraente, allegra, leggera e al contempo profonda, responsabile, virtuosa, autorevole… la vena ironica più evidente è sua… che è il modo in cui affrontano l’eternità. Sandro ha paura di scelte superiori alle sue energie, ma Eva assume su di sé le sue contraddizioni. Eva! La svedese con undici figli, un archetipo della femminilità materna. A vent’anni lo segue ed è ancora al suo fianco. Sandro non può esistere se non attraverso Eva.
Padre di undici figli! Una squadra di calcio.! Undici vicoli di Torre Annunziata!
Nonno di decine di nipoti!
Medico! Nel 1959 è ancora incerto se intraprendere la professione di medico oppure quella di musicista. Come medico sa rincuorare: dal suo studiolo si esce di buon umore. Più che il farmaco prescritto, per guarire, conta la sua presenza, l’abbraccio, la chiacchierata. A tanti non sembra un dottore: è semplice, umile, disponibile, sempre con il sorriso.
La musica, per chi ne è invaghito e pervaso come lui, educa all’ascolto, e Sandro sa ascoltare, comprendere, ed accompagnare. Lo stesso pianoforte si scalda nei suoi focolari… nella contrada smarrita nel bosco… all’Abbazia!
Ma Sandro è soprattutto persona!
A vent’anni è anticonformista e ribelle, esultante, intrigante, affascinato da tutto… è un po’ jazz-rock… irriverente… ma si prefigura già l’uomo che infonde serenità e fiducia a chiunque l’incontri; anche se dietro le vesti riflessive rimane sempre scamiciato e beffardo come in gioventù.
Rimprovera il suo babbo di non avergli detto che c’è il Vangelo e sviluppa l’idea di una comunità alternativa. Nel 1961 salpano per la campagna vicino ad Arezzo per disintossicarsi da frivolezze e futilità. Eva, Sandro ed alcuni folli complici. La strada è assurda, scoscesa, fangosa, allagata. La Valle è un podere isolato. L’alloggio è spoglio, disadorno, umido, senza una chiusura. Ci restano quattro anni in una ricerca di verità del pensiero e dell’agire, partendo dall’essenzialità del necessario, che esclude la tv o grandi divertimenti ed esige la povertà, la coltivazione dei campi… per sperimentare fuori dalle convenzioni sociali.
Le condizioni sono precarie, a volte non c’è da mangiare, ma Sandro scrive al papà: “Noi stiamo bene e la stagione è bellissima; i bimbi stanno fuori dalla mattina alla sera e la casa risuona di gridi di felicità e di pianti presto scordati… e insieme dell’arrivo delle ciliegie, dei fagioli e di altri ortaggi (l’estate è il paradiso dei desideri avverati)”. È il 1964. Lo scopo della comunità è anche essere un esempio di armonia.
Va a trovarli don Dossetti… l’incanto sgorga subito… si travasano a Monteveglio... c’è l’atmosfera giusta per vivere il cristianesimo… continuano le regole aretine. Si diffonde genuina comunione, gioia partecipata e completa, che si saldano al cuore e alla memoria. Si svela un segreto: c’è sempre un posto, per tutti. L’amore è un fiume in piena, non un lago stagnante, più lo si imprigiona di logica e più si perde di gratuità.
Sandro muore il 17 dicembre 2015… Scorrendo il volume dedicatogli è arduo sintetizzarne una definizione.
È dinamico, brillante, sorridente, con senso dell’umorismo e predisposizione agli scherzi… colto, appassionato alla conoscenza nelle sue multiformi espressioni e discipline al di là di ogni pregiudizio… mite, equilibrato, solare, generoso, ospitale e gentile per natura non per artificio, naturale nell’occuparsi con tutto il cuore dell’altro… che abbraccia…
La sua intelligenza è esuberante, come la forza argomentativa, l’entusiasmo per famiglia ed amicizia, per la semina e la mietitura, per la crescita delle piante, nel parlare con i semplici, nel lottare con dolcezza... per il Vangelo e la Costituzione.
Le sue domande sono tante e le eventuali risposte sembrano segnate da una indagine ancora da proseguire. Ha l’attitudine a ragionare sull’insieme e sull’interesse della comunità, prima di tutto. È costantemente impegnato a costruire ponti.
Si prodiga senza limiti di tempo per i poveri, i bisognosi, gli ultimi, i senza dimora, per i permessi di soggiorno.
La speranza traspare da tutto il suo essere.
Sandro è irresistibile, ma anche irraggiungibile!
Cerca senza sosta di avvicinarsi a ragazze e ragazzi e le/li indirizza in attività al servizio della collettività.
Con i decenni diventa un illuminato patriarca, capace di essere immerso nella realtà, ma con gli occhi verso l’orizzonte, per vedere l’invisibile.
Suo figlio Pietro gli scrive: “Vivo in un posto molto vicino al paradiso. Ogni giorno lo guardo e il mio cammino non è più stanco. Vivo qui, sento la vita e il suo richiamo… questo mi basta. Soprattutto questo mi hai insegnato… il paradiso!”.
Le nipoti e i nipoti lo ricordano a modo loro: “Il nonno è affettuoso come un koala, un mondo, uno sfruttatore di minori (nell’orto), distratto, premuroso, innamorato (sbaciucchia sempre la nonna), musicista, cantastorie, religioso, “Ti dò un cazzottone!”, poeta, bomber, testone, lucertola (è sempre al sole), guardiano (del suo frutteto), perseverante, giocherellone, pasticcione, paziente, rispettoso, pensatore, preciso, instancabile lavoratore, insaziabile di sapere, fastidioso (a tavola), buono... Pur volando un po’ fra le nuvole, c’è sempre…”.
Come si fa a dire che la vita fa schifo! La mia è appagante grazie alla fratellanza con figure meravigliose come Sandro!
michi del gaudio

Commissione P2posted: 9/11/2021 at 12:46:55
Il 9 novembre 1981 si insedia la commissione parlamentare d’inchiesta sulla loggia massonica Propaganda 2, che accerta le sue trame “democraticamente” eversive. La commissione è presieduta con coraggio ed indipendenza dall’onorevole Tina Anselmi.
Più che soffermarmi sugli aspetti criminali, vorrei esplorare l’umanità negli eventi.
Da giudice istruttore di Savona mi occupai di P2 dal 1981 al 1986.
In particolare indagai su Alberto Teardo, iscritto alla loggia con tessera n. 341. Era presidente della Regione Liguria e stava per diventare deputato e ministro della marina. Nell'interrogatorio mi colpirono due cose: tremava come una foglia, ma rispondeva alle domande con intelligenza e sicurezza; in pochi secondi inventava balle che altri avrebbero partorito in due o tre ore di meditazione; e ad un primo esame apparivano anche attendibili! Ma gliele smontavamo una per una! Fu condannato a 12 anni di reclusione, poi ridotti a 8, per più di 300 reati: dalla concussione alla corruzione, dal peculato all’interesse privato, dalla truffa all’attentato dinamitardo... Nel perquisire la sua abitazione mi impressionò l’assenza di porte. L’accesso ad ogni camera era libero, senza la minima ostruzione. Entrai nei suoi abiti: se odiava le porte, quanto soffriva chiuso in una cella? C’erano la figlia Daniela, adolescente con tonalità infantile annuvolata, e il figlio Marco, un ragazzino dall’atteggiamento malinconico, amareggiato, disilluso. Passerotti sorpresi dalle intemperie! La loro dolcezza inerme mi provocò un nodo alla gola: come avrebbero fatto la sera ad andare a letto senza salutare il papà? E la notte a sentirsi indifesi per la sua assenza? Ero io il colpevole della separazione! Ero io che avevo firmato il mandato di cattura! Perché nell’esercizio delle mie funzioni dovevo arrecare sofferenza? Perché per fare del bene dovevo fare del male? Questo dilemma mi ha sempre accompagnato! La tenerezza che provavo mi sollecitò a concedere loro più permessi di colloquio col padre di quelli consentiti e a dialogare quando venivano per presentare la richiesta. Chissà cosa fanno oggi, dopo quasi quarant’anni!
Franco Gregorio era alla segreteria generale della presidenza della Repubblica. Tessera P2 numero 803. Era un semplicione. Ritengo che sia stato intrappolato da Teardo e soprattutto dai suoi colonnelli con spiccata tendenza delinquenziale. Agiva con leggerezza, quasi senza avvertire la gravità delle sue condotte. Quando lo interrogai, sembrava che stesse chiacchierando al bar con gli amici. Nella sua superficialità mi chiese se avevo bisogno di qualcosa, perché lui…! Dal carcere poi! Lo rividi a Roma, quando ero deputato. Aveva scontato la pena. Mi invitò insistentemente ma educatamente ad un caffè. Il suo sguardo spontaneo stava per farmi cedere, ma declinai. Mi tese la mano, gliela strinsi. Si offri di nuovo di risolvere i miei problemi: conosceva Roma e i romani come le sue tasche. Gli augurai una buona vita.
Arrigo Molinari, questore, tessera numero 767. Un uomo affabile oltremisura, come molti massoni, di una eleganza sobria, dalle narrazioni inverosimili a cui credeva fermamente. Intralciò la nostra istruttoria. L’Interpol ci aveva assegnato una squadra di agenti a supporto del nostro gravoso cammino investigativo. La comandava un commissario. Lo sorprendemmo mentre riferiva ogni nostro passo a Molinari. Lo allontanammo. Ci spiavano. E se a controllare era Arrigo, era la P2 a sorvegliarci!
Scoprimmo anche una loggia paramassonica italo francese, Les Anysetiers, che comprendeva alti magistrati, politici, funzionari, imprenditori operanti al di qua e al di là del confine. Non ne venne fuori nulla, salvo la comicità di alcuni titoli: un dirigente statale di Savona ricopriva la carica di Gran Balì.
Sì, ho sempre cercato i sentimenti anche dove per definizione non dovrebbero esserci. Uno dei più pericolosi accoliti di Teardo era Leo Capello. Ho sempre avuto repulsione per le manette… sempre ordinato di toglierle ai detenuti in mia presenza… i carabinieri obbedivano malvolentieri per timore che fuggissero, ma io li tranquillizzavo con lo sguardo… Se c’erano familiari, venuti per vederli, toccarli almeno per un attimo, li lasciavo entrare nel mio ufficio… e spesso parlare da soli, con documenti riservati sulla scrivania: non è mai mancato nulla! Un giorno toccò a Capello. Mi pregò di salutare la moglie - continuava ad avvalersi della facoltà di non rispondere, quindi non era meritevole di trattamenti di favore - ma lo accennò umilmente tremante, aspettandosi il no. Il mio sì spontaneo ed immediato lo commosse… gli porsi il fazzoletto: “Non si faccia vedere così dalla signora!”. Si asciugò gli occhi e me lo spedì per posta dal penitenziario. Molti anni dopo mi chiamò per strada: “Giudice, io la stimo... certo mi ha arrestato… ma era il suo dovere… È stato sempre umano con tutti noi… Auguri!”.
Ma dai delitti emergono anche gli ideali. Esistono tante persone pronte a rischiare per la verità. Come Tina Anselmi! Come Sandro Pertini! Prese le nostre difese con un comunicato ufficiale: «Il Presidente della Repubblica da due anni e mezzo ha troncato ogni rapporto con i dirigenti della federazione del Psi, rifiutandosi di ricevere i rappresentanti... Il giorno stesso in cui apparve nell'elenco degli appartenenti alla P2 il nome di un impiegato distaccato al Quirinale, questi fu immediatamente allontanato dal Presidente». Fu una grande soddisfazione: in un clima incandescente di polemiche, accuse e linciaggio verbale nei nostri confronti, Pertini, il più amato dagli italiani, richiamò l'attenzione sulle responsabilità di Teardo e compagni e sulla nostra serietà professionale. L’onestà non ammette mezze misure!
michi del gaudio


Nando dalla Chiesaposted: 3/11/2021 at 17:05:45
il 3 novembre 2021 compie settantadue anni.
Purifica la tragedia del papà pensando, scrivendo, agendo…
Gli promette giustizia e capisce subito che giustizia significa diffondere la cultura dell’antimafia: “Delitto imperfetto” (1984), saggio-inchiesta contro i responsabili morali del suo omicidio: i vertici dei Carabinieri e la dirigenza democristiana sicula, ma soprattutto Giulio Andreotti, per aver isolato l'allora prefetto di Palermo creando le migliori condizioni per il suo assassinio; “Storie di boss, ministri, tribunali, giornali, intellettuali, cittadini” (1990), “Il giudice ragazzino” (1992), “Storie eretiche di cittadini perbene” (1999)... “Una strage semplice” (2017)…
Nando immerge nella realtà quotidiana la sua cattedra universitaria di sociologia: scuola accademica e osservatorio sulla criminalità organizzata; centro di alta specializzazione che forma specialisti del contrasto alle mafie; impegno dal 1985 in Società civile, il movimento di opinione che accoglie i vissuti milanesi più intensi, dal 1995 in Libera con don Luigi Ciotti. È deputato, senatore, sottosegretario.
Emilia!
Emilia Cestelli! Una biondina sempre acuta, divertente, con una raffinata intelligenza ironica. Crede ciecamente nei diritti civili e nella tutela dei più deboli.
Emilia e Nando!
Un amore durato cinquant'anni! Nasce nell’agosto 1970 fra i banchi di scuola di Emilia e quelli universitari di Nando. Galeotta fu una discoteca. Nel ’77 si sposano! L’insegnante supplente e la segretaria precaria, che, quando comincia il maxi processo a Cosa Nostra, nel 1986, sceglie di non lavorare per stare dentro tutte le cose che Nando fa. Lei e Nando sono tutt’uno, tutt’una! Abbracciati! Anche quando sono lontani! Si scambiano la pelle e il senso della vita. Nella simbiosi è lei a gravarsi del ruolo più complicato, faticoso, ingrato. Se c’è uno scopo nobile da perseguire, si prende il peso fino alla fine. È oratrice colta, convincente, coinvolgente. È pratica, concreta, risolutrice. Non si tira mai indietro. La sua spensieratezza adolescenziale è la chiave di volta per il successo di Nando. Ma opera anche in maniera autonoma, come con i Girotondi, il comitato delle Girandole, il treno di donne travestite da banda Bassotti che va a Brescia per un processo a Cesare Previti.
Emilia (Emu’), Nando, Doretta, Carlo! Sono madre e padre!
Una sera di primavera ai tavolini di un pub all’aperto Emilia, dopo un dibattito, incanta ragazze e ragazzi, compresi noi adulti bambini. Nando la guarda sognante! È radioso! Io li osservo e mi perdo. E ride seriamente, la biondina! Ed è seria ridendo! È unica! Affascina! E come gode a tirar fuori i miei ideali! E i sentimenti! E i suoi! E Nando i suoi! Così, in una spontaneità disarmante che attraversa il loro cielo ed il mio mare. E qualche anno dopo, l’ilarità alle mie battute su Nando che ha depennato i baffi, che difendevano timidezza e fragilità. “È più bello!” lo sfotto. “No, è ancora più brutto!” chiosa Emu’. “È più giovane” insisto. “Sembra nudo!” ribatte sbellicandosi. E Nando è felice nel vederla felice!
Emu’, Nando, Doretta, Carlo, Otto, Tito e Rosa! Sono nonna e nonno!
Se ad Emu’ non fosse piaciuto, non avrei mai avuto l’ardire di pubblicare il mio unico volumetto in versi. Minimalisti! Ma è Emu’ che compone poesia… ogni giorno… ogni volta che parla, canta, balla… Emu’ è poesia!
Il 19 maggio 2021 spira col sorriso, che in quell’attimo annienta la vile sofferenza con la temerarietà dell’ultimo tremito. "È partita. La ragazza di Vicolo Pandolfini, il luogo in cui ci giuravamo a Palermo amore eterno, se ne è andata…”. Il saluto di Nando all’amore mi emoziona ancora… È piccolo, il vicolo, coperto di fogliame, non ci passa nessuno… Lì possono appartarsi in una 600 bianca ad inventare il futuro.
Nando continua nella vita del tempo e dello spazio!
Emu’ nella vita che non si sa!
michi del gaudio





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