Notizie del 19/1/2022
Mario Almerighi | posted: 19/1/2022 at 18:02:43 |
un grande uomo partito troppo presto. Il 19 gennaio 2022 è il suo onomastico. È domenica, ma Mario è in ufficio… a studiare il processo denominato “Lo scandalo dei petroli”. Il nuovo palazzo di giustizia del 1974 conserva il cortile interno, con il portico colonnato e lo scalone monumentale, dell'edificio settecentesco dell'ospedale di Pammatone, ma è fasciato da vetro, metallo e cemento in un connubio di luce remota e futura. A Mario intriga, in pochi metri si percorrono secoli! E gli piace affidarsi alla stanza moderna, distaccata, fredda proprio perché l’attimo dopo può godere della superba, sensuale, antica architettura. Ci lavora volentieri, anche per i ricorrenti break visivi fra abrogato raffinato e vigente grezzo ma fecondo, soprattutto quando non ode transiti vocianti, carrelli appesantiti da vicende criminali, silenzi prontamente rimossi. Preferisce i bui fiochi dei pomeriggi invernali e delle laboriose ore notturne in attesa dell’atto decisivo, dell’intuizione determinante, del cerchio che si chiude. Si accorge che la testa penzola e gli occhi arrossati reclamano un cuscino sognante. Ma, mentre comincia a raccogliere i fogli che ondeggiano sulla scrivania, ne fissa uno, con l’intestazione accattivante. È la svolta! È una lettera! Dell’associazione petrolifera nazionale! È diretta a quella ligure: “Ci siamo accordati con i partiti per dare loro questa somma. Tutti hanno pagato; solo voi no. Volete versare la vostra quota?”. È una prova documentale della corruzione fra petrolio e politica! Mario è eccitato! Nei suoi trentacinque anni non ha mai provato quell’emozione, non statica ma dinamica: una simbiosi in evoluzione fra gioia, leggerezza subito gravosa, responsabilità preoccupante, paura, inquietudine… Lui, il giudice, Mario ha le qualità per istruire un siffatto processo? le capacità per reggere un fardello così enorme ed informe? E il coraggio per incriminare ministri e deputati? Proprio il coraggio in quell’istante s’è rifugiato nell’andito più recesso del suo stomaco e lo ammonisce con una nausea mista a impercettibili conati. Il tutto dura un oggettivo nanosecondo, una soggettiva era glaciale. Mario si tocca braccia e gambe e respira calmo. È o non è il giudice ragazzino che all’ultima assemblea dell’associazione magistrati si è beccato applausi convinti e prolungati? “Fino ad ora la gran parte della magistratura non è stata proprio indipendente. C'è stata una specie di coesione di tutta la classe dirigente del Paese, dai politici ai magistrati, ai professionisti, agli imprenditori, ai funzionari pubblici. Per cui, se si è accusato un giudice, o un medico, o un sindaco, si è teso a coprire. Ma nella base della magistratura si estende la voglia di indipendenza in attuazione della Costituzione. È il momento di non guardare più in faccia a nessuno. È tempo di procedere anche contro i potenti, senza nessun timore reverenziale!”. Queste parole gli pulsano nelle vene e, se non gli infondono una solida fermezza, almeno neutralizzano la paura e le impediscono di paralizzarlo, di condizionare le sue scelte. L’indomani avrebbe preso in giro i colleghi di ventura Adriano Sansa e Carlo Brusco: “Leggete un po’! Grazie alla taccagneria di voi liguri scopriremo i santuari dello scambio di mazzette. Siete avari anche quando dovete pagare le tangenti!”. “Ma stai zitto, sardo scorbutico!” gli avrebbero risposto. Ma è già domani, alle 7.00 bussa il custode. È come un secchio d’acqua fredda sul viso. Le energie si arrampicano per i polpacci, il fegato, il cuore, la mente. “È già qui, dottor Almerighi?”. “Sì, ci sono dolci zanzare che volteggiano…” accenna in confusione Mario. “Mi faccio il caffè, ne vuole anche lei?” taglia corto il custode, depositario delle sue ripetute veglie. Mario non è ancora consapevole di essere uno dei primi “giudici d'assalto”, quelli veramente e finalmente indipendenti. Spontanei e non organizzati si diffondono a macchia d'olio. L'indipendenza preme forte come il vento e negli anni ’80 sono tanti i processi contro persone influenti. La gran parte non arriva a conclusione, perché, se sono indipendenti i giudici, non lo sono ancora i capi degli uffici giudiziari. Salvo eccezioni come quello di Falcone e Borsellino… il maxi-processo si fa non solo per loro, ma anche grazie al capo indipendente: Antonino Caponnetto. Mario non conosce ancora Susanna che sarà sua moglie. Non conosce ancora Valeria che sarà sua figlia, né Dario che sarà suo figlio… … né me che sarò il suo fratello minore: mi trasmette la sua utopia: sperare non è solo logico, ma vitale, perché ci obbliga all’impegno, ci rende felici già mentre sviluppiamo l’azione, a prescindere dal conseguimento dell’obiettivo… imparo osservando il suo agire, il suo trasformare ogni vittoria in umile tassello, ogni sconfitta in nuova energia, perché il bene sa vincere anche perdendo. Quella notte però Mario c’è già tutto. È l’espressione dell’umanità in divenire. michi del gaudio
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Rosy Bindi a difesa della Costituzione | posted: 19/1/2022 at 17:43:55 |
Il 25 aprile 1994 don Giuseppe Dossetti lancia l’appello per la difesa della Costituzione. Ecco perché propongo un “Comitato parlamentare per la difesa e la piena attuazione della Costituzione”. Aderiscono più di cento fra senatrici, senatori, deputate e deputati, fra cui Bassanini, Boffardi, Bonsanti, Bonfietti, Dalla Chiesa, Di Lello, Garavini, Giulietti, Guerzoni, Jervolino Russo, Lumia, Maselli, Novelli, Soda, Gallo, Manconi, Mancuso, Salvato; sono comunque interessati all’attività dell’organismo Ayala, Bianchi, Cossiga, lotti, Mattarella, Melandri, Napolitano, Brutti, Casadei Monti, Gualtieri, Imposimato, Masullo, Rognoni, Senese, Smuraglia, Stajano, Valiani, Villone. E Rosy! L’aula è il pausa. Entro nella buvette, ispeziono solo con lo sguardo, impudico e sensuale, per esclusiva estasi mistica, una per una le singole esposizioni salate e dolci… immagino, fantastico… per poi mestamente frustrato ordinare il preventivato: un cornetto rustico friabilissimo con mozzarella e pomodoro. La vita sedentaria mi costringe all’ingrasso e quindi queste immobili sfilate di modelle gastronomiche senza degustazione esaudiscono idealmente aspirazioni tenaci ed incontinenti. Questa volta però scivolo inconsapevolmente cosciente nell’ingannevole e suadente richiamo della foresta famelica: la millefoglie alla crema di castagne è troppo esibita ed è la migliore che abbia mai assaggiato: me la centellino con flemmatica lussuria, sperando nell’assenza di scocciatori, e all’ultima zannata mi sento nel nirvana. Giro due volte il Transatlantico, evitando accuratamente il tappeto rosso che ferisce la mia umiltà per il suo simbolismo di solennità e potere. L’enorme salone, perimetrato da archi e colonne, sostenuto da pavimenti in marmo policromo siciliano, ha per cielo il soffitto tipico delle navi transoceaniche, che ammalia ed abbraccia confortevole. Ed infatti mi rilasso sulla poltrona antistante la prima balconata del giardino, da cui entra il sole primaverile del pomeriggio autunnale che disegna uno scarno triangolo di polvere nell’aria. Fuori il Cupolone di San Pietro è naturalmente illuminato. Aspetta. “Ciao, Rosy!” - speravo proprio di incontrarla. La stima e l’affetto, certamente ricambiati, si intensificano - Domani alle 16.00 c’è la prima assemblea”. “Lo so!”. “Ho eccezionalmente ottenuto la Sala della Regina. Mi mette soggezione con i suoi arazzi pregiati, i marmi intarsiati e scolpiti, i tre grandi lampadari in stile art nouveau… “Non ti impressionare! Io la chiamo Sala delle Donne, perché, più che le regine, mi interessano le foto delle ventuno Costituenti, e quella di Tina Anselmi, prima ministra, e Nilde Iotti, prima presidente della camera. Comunque ho la seduta della commissione. Non posso mancare. Però ti anticipo adesso le mie riflessioni”. “La chiamerò sempre Sala delle Donne!”. Tira fuori dalla borsa una cartellina con fogli amanuensi fitti ma limpidi: “Mi piace nel nome non solo la difesa, ma anche la piena attuazione, per cui occorre lottare perché le norme più pregnanti non sono sbocciate nella realtà sociale e legislativa ordinaria. Anche se poi necessitano interventi chirurgici alla seconda parte ordinamentale, per semplificare e velocizzare le procedure legislative e regolamentari, rifuggendo da ogni intenzione di revisione più ampia”. “E che ne pensi dell’obiettivo di diffondere la Costituzione fra cittadine e cittadini, in particolare giovani?”. Intanto si aggiunge Giuliano Boffardi. “Da toscanaccia, ho saputo da una conoscente che il comune di Lucca ha varato un progetto per la divulgazione della Costituzione nelle scuole della città. Dovremmo acquisirlo”. “Bisognerebbe anche promuovere incontri di "testimoni" della Costituzione con studentesse, studenti, adulte, adulti”. “Michelino, occorrerebbe anche rendere effettivo l'insegnamento della Costituzione e della Educazione Civica nelle scuole di ogni ordine e grado, introducendo una specifica ed autonoma materia con voto proprio, nonché della storia contemporanea, nella quale si inquadra la Costituzione del '48”. “Preparo una mozione per impegnare il governo e il ministro dell’istruzione”. “Abbiamo la Costituzione più bella del mondo e poche pochi l'hanno letta; ancora meno la conoscono in modo accettabile; solo chi ha fatto studi giuridici l'ha analizzata. In particolare le nuove generazioni sono digiune sull’argomento”. “È un messaggio di civiltà. Rappresenta il patto di un popolo sovrano che attraverso 556 saggi esprime uno dei più elevati messaggi umani della storia deI mondo”. “E non poteva essere diversamente. Si veniva dalla meravigliosa prova della Resistenza e dalla brutale seconda guerra mondiale, con cinquantacinque milioni di morti e l'olocausto di sei milioni di ebrei. I Costituenti decisero allora di accantonare le loro idee individuali, le ottiche di partito, gli interessi elettorali. Elaborarono, gomito a gomito, un proposito di vita, tendente ad uno spirito universale, rispettoso delle culture presenti nel Paese: quella cristiana, quella liberale, quella marxista”. Il triangolo lucente si assottiglia, mentre noi già siamo salpati. L’imminente crepuscolo staglia la Basilica. michi del gaudio
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