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Notizie del 3/2022
Enrico Prisco posted: 6/3/2022 at 13:54:12
il medico di bambine e bambini
il 6 marzo 2022 compirebbe 66 anni
Prende a calci la sabbia e implora il mare, sempre amico. Lo conosce fin nei meandri più segreti. Sa descriverne ogni millimetro, i movimenti, le sfumature, l’umore, ad ogni ora del giorno e della notte, col sole e con la pioggia, con la luna e la foschia... i blu, gli azzurri, i verdi... e gli aranci e i rosa del cielo appena sveglio o appena stanco... anche il grigio, colore incolore, in mare e cielo è appassionato, appassionante, tifoso delle stelle, dei loro raggi, partiti miliardi di anni fa...
Ed ora è lì con la paura del mistero, il mistero della paura.
E ora è qui, assieme a Rachi, l’adolescenza che corre incontrollabile, impossibile da contenere, se non fermando l’acqua con le mani. E con l’acqua santa dell’innocenza è ancora più arduo.
È vivo! È vivo! Perché ama ed è amato, da Amalia e da tutti gli incontri della storia. Accende il mondo spendo con i suoi sentimenti, gli ideali, la cortesia smisurata, che fa sentire a suo agio chiunque, anche i piccoli pazienti poveri e soli… il dottore papà ha il volto buono che non fa male, gli occhi suadenti, le attenzioni che disarmano i timori infantili, rassicurati dal suo discutere alla pari in modo semplice e chiaro.
Forse in quelle frugolette, in quei frugoletti riannoda gli anni fino alla “veranda dei sogni”… continua ad essere quell’Enrico, puro e spontaneo, nonostante le avversità e la maturità acquisita… Solo restando piccine/i si può partire davvero… rimanere fanciulle/i per essere adulti, rimanere figle/i per essere genitori… Sei tu, cara Rachi, il dono più prezioso che ha fatto all’eterno.
Auguri per il tuo compleanno, Enrico!
Auguri per il presente e il futuro, Rachi!
Vi voglio bene,
michi del gaudio

Federico Battagliaposted: 5/3/2022 at 15:28:05
l’angelo di giovani e migranti
compie 40 anni il 5 marzo 2022
Trascorre infanzia, adolescenza, giovinezza a Torre del Greco, dove il Tirreno meridionale abitualmente riflette nei dettagli le tinte del cielo e ne spiattella i sentimenti come il più subdolo delatore; perché biasima il litorale muto, appartato, piatto, spento e lo randella tutti i giorni per stimolarne la voce, l’amicizia, l’originalità, la vitalità; in quell’epoca però mare, cielo e terra fanno squadra: stuzzicante speranza del fato.
E, mentre studia materie scientifiche, così intime della fede, è invaso da una vocazione che lo porta all’ordinazione sacerdotale il 15 maggio 2011 con in tasca il Vangelo come insegnamento originario, non imprigionato dal potere ecclesiale, e non solo teorico, ma da praticare per strada fra predilette e prediletti di Gesù.
Il 30 novembre 2016 è parroco di Sant’Antonio a Trecase.
“Quando… lo videro arrivare… con l’auricolare bluetooth e l’immancabile chitarra… i più anziani si domandarono se quel “prete ragazzino” fosse in grado… in poco meno di tre anni… laureato in ingegneria informatica e musicista provetto, è riuscito a superare l’iniziale diffidenza e ad imporre la sua visione della parrocchia come punto di riferimento, porto sempre aperto per giovani, diseredati ed immigrati in cerca di integrazione. E così, a suggellare il buon lavoro svolto, è arrivata la nomina a Direttore della Pastorale Giovanile della Diocesi di Napoli (1° giugno 2019)… don pasquale incoronato, attraverso un post su Facebook: “Che questo nuovo ministero… ti possa giovare per diventare santo…” (dall’Archivio di Carmine Alboretti).
Federico è anche stato vicario nella parrocchia di Santa Maria del Popolo a Torre del Greco, direttore del Coro Giovani del Servizio di Pastorale Giovanile della diocesi di Napoli, nell'équipe diocesana per il Servizio di Pastorale Giovanile, membro della Commissione diocesana per il Sinodo dei Vescovi su giovani, fede e discernimento vocazionale.
Il gemellaggio autentico e senza riserve mentali o religiose con ragazze, ragazzi, migranti istintivamente ritmati, sfocia nell’immensità spirituale, cantata e ballata dall’oceano MigrAngels, la band italo-migrante, che naviga onde variopinte di carnagioni e saperi. È un’orchestra con i suoi ottoni, corde, bacchette, tamburi, genti vestite uguali per suoni diversi e uno che si sbraccia per farli partorire. Infondono allegria i piatti e la grancassa, silenziosi, in attesa, sempre pronti, per il loro secondo, il loro minuto, il loro exploit. Chi ci mette l'intelligenza del distratto, chi l'attenzione della studiosa, la calma del malaticcio, la precisione della lentezza, la fantasia dell'artista, Fede la volontà dell'organizzatore. È come una classe, una team di calcio, una scuola: è la MigrAngels Band! Forma donne e uomini, compone i tasselli di ciascuna identità personale e sociale, costruisce negli anni capacità di opinioni, di scelte, di tenuta psicologica, nei momenti normali, dolorosi, di esaltazione: anche quando le cose vanno troppo bene si sbaglia. Mentre ci si scambia pelle, divertimento, amore.
Federico promuove ed ospita il meglio associazionismo del territorio, quello culturale di Logos di Lina Lupoli e Gigi Trapani; quello ambientale della Comunità Laudato Si'-Vesuvio, gruppo spontaneo sull'enciclica di papa Francesco; e recentissimamente gli studi di Volwer Social Radio Tv, sogno di Carmine Alboretti, che osserva dal drone infinito e dagli occhi del figlio Franceschino. Grazie a Raffaele Perrotta e all’associazione giornalisti vesuviani, sostenuta con fede da Fede.
Che, a piedi nudi allegri attraversa con entusiasmo bambino cocci di vetro roventi, anestetizzato dalla convinta ricerca di coloro che trascorrono le notti senza sogni, ma non disperano di incontrare un messaggero in candore; e guadagna la riva, e rinfresca i piedi, e, se balla sulle onde del mare, siamo tutte, tutti lì a guardare.
Assieme al Vesuvio, che dal mare è simile ad una madre che abbraccia il golfo: entrambi universali. Il vulcano gli piace soprattutto quando la notte tramonta nell’alba, innevato fino alle pendici, e la bocca, è appena turbata dal bacio sottile dei primi raggi del sole... e al crepuscolo con la luce naturale che muore e quella artificiale che nasce.
michi del gaudio

Candida Morvillo posted: 5/3/2022 at 13:07:29
il 5 marzo 2022 compie 48 anni
Nasce a Sorrento nel 1974. Ci riconosciamo senza bisogno di un incontro. Quando le umanità viaggiano gemelle basta anche un bagliore immateriale. È alla presentazione del mio volumetto “La toga strappata” nel 1992. È studentessa, ma con convinzioni chiare su idealità e futuro. Con altre ragazze e ragazzi della costiera viene a trovarmi per dialogare sulla Costituzione, amica intima per me e per loro. Rimaniamo in contatto anche quando emigra per sognare. È giornalista! Al Corriere della Sera, al Corriere del Mezzogiorno, al Gruppo Editoriale RCS, a www.iodonna.it, ad A, Vanity Fair, Oggi, Il Mattino; dirige Novella 2000 dal 2008 al 2011. Pubblica “La Repubblica delle veline”, Rizzoli, 2004; “Le stelle non sono lontane”, Bompiani, 2014; “La signora dei segreti - il romanzo di Maria Angiolillo”, con Bruno Vespa, Rizzoli 2016. Nel 2006 vince il premio Internazionale Ischia di Giornalismo. In tv è in Cronache marziane di Italia 1, in Telenovella su Sky, su Rai1 è nella giuria di Miss Italia 2012 ed in Mission nel 2013, su Rai 3 in Glob nel 2014. È frequentemente invitata come opinionista nei più seguiti talk show.
Vivo assieme alla “Milanese di Sorrento” momenti emozionanti come relatore al convegno su “Le stelle non sono lontane”, in cui mi rivolge parole così autentiche ed affettuose da farmi vagire d’amore. Ecco una sintesi del mio intervento, che conserva una pregnante attualità:
La Costituzione è Candida
Non sono un letterato. Sono stato magistrato e deputato, mestieri lontani dalla letteratura, anche se possono presentare profili di interesse letterario o saggistico; sicuramente sono molto legati alla Costituzione. Offro allora una versione di lettura ancorata alla mia grande Amica. Anzi affido a Candida il ruolo della Costituzione: Amiche per sempre!
Il percorso è parecchio accidentato! Le violazioni sgorgano dai capitoli, dai righi, dai singoli vocaboli: sono talmente fitte da non consentire un calcolo. Però i protagonisti nel finale applicano la Costituzione, applicano Candida, i suoi valori essenziali, il suo cuore: il diritto alla vita!
La Cost/Candida pone al centro la persona! Non l’uomo, oppure l’uomo e la donna. La persona li raccoglie insieme e senza priorità. Viene prima di tutto! della legge, del governo, del giudice, del poliziotto, del preside, del genitore… E ha il diritto all’incolumità fisica e spirituale, ma anche al pieno sviluppo della sua personalità. Implicitamente la Cost/Candida garantisce il diritto alla felicità, che la costituzione americana tutela esplicitamente.
Astrid e Giangi comprendono che hanno assunto modi di pensare e di agire che negano il loro diritto alla vita, perché impediscono la completa realizzazione delle loro specificità, annientano i loro sentimenti, le ispirazioni, le propensioni anche sessuali… la loro natura, insomma… e disintegrano la verità, costringendoli alla falsità costante, minuto per minuto, quasi come la storica trasmissione radiofonica: “Sandro Ciotti dall’Olimpico. Temperatura glaciale, pubblico gelido, arbitro algido. Al 10° Astrid, nuda sui tacchi a spillo, recita l’amore per Giangi pur amandolo sinceramente… Al 39° contesta per la punizione non concessa… Al 70° si accontenta dello zero a zero… Giangi è impalpabile, gioca in difesa l’intera partita, con la libidine altrove: a una gara di box maschile fra lui e un energumeno tatuato... Non siamo in grado di trasmettere l’intervista agli atleti: sono andati via tenendosi per mano”.
Candida/Cost favorisce l’essere, osteggia il dover essere! Impone allo Stato/società di rimuovere gli ostacoli che lo reprimono. Se un ragazzo fallisce, è anche colpa sua, ma ancora di più nostra, della famiglia, della scuola, delle istituzioni, che non sono riuscite a spianargli la strada, magari volendolo ingegnere invece che scrittore, definendolo ragazzo a rischio invece di accoglierlo, inibendogli l’accesso all’università con le norme incostituzionali sul numero chiuso.
Candida ama Giangi con la sua omosessualità, Astrid col suo desiderio di raccontare storie. È lì con loro, quando optano per l’infanzia e rinnegano l’adultità, che li ha resi falsi per la paura di essere veri, e lo Stato/società, che non ha saputo eliminare i muri che imprigionano le indoli.
Candida ci implora di tornare bambini per ricominciare a vivere. Astrid si rinnova in Carmela, Giangi nella principessa che sognava, riassaporano la soffice freschezza dell’erba di un prato e si incamminano lasciando dietro soldi, successo, potere… ormai un puntino lontano. La verità/felicità è nella semplicità: non esiste una grande cosa più grande di una piccola cosa, mentre c’è sempre uno spazio di integrità in un mondo ingiusto, anche moralmente e socialmente femminicida e omosessuocida.
Quanti articoli della Candida Costituzione intersecano le vicende narrate! Ne ho contato più di trenta: 1, 2, 3, 4, 9, 11, 13, 21, 23, 24, 27, 28, 29, 30, 31, 32, 33, 34, 35, 35, 37, 38, 41, 48, 49, 53, 54, 97, 98, 101, 104, 107, 111, 112. Cito solo il diritto al lavoro del padre di Carmela, quello all’ambiente del “porto insabbiato”, quello di Bea ad avere una madre, ad avere paura di essere madre, ad essere tutelata come madre, il suo diritto di morire, i tanti diritti del figlio Lorenzo.
I principi della Costituzione/Candida sono delle stelle comete, come quelle dei magi: non arriveranno mai sulla Terra, ma seguirle ci aiuta a vivere meglio, ad avere il coraggio di osare, di cambiare, di costruire “insieme”.
Grazie, Costituzione, grazie, Candida!
michi del gaudio

Lucio Dalla posted: 4/3/2022 at 14:36:52
il 4 marzo 2022 compirebbe 79 anni.
Lo conosco a Capri nel ’93. La sua bruttezza istintiva e delicata si sposa con la bellezza discreta e riservata del suo giovane compagno. Il suo fascino è inondante, la sua simpatia avvolgente, la sua allegria contagiosa. Siamo sull’isola … per un convegno sui linguaggi giovanili. Assieme a Gino Paoli, che già ho incontrato perché genovese… e da ragazzo nella discotela “La Mela” di Sorrento, ove si esibiva; poche parole, ma tanto dialogo d’intesa. Lucio invece è amico di Tullio Pironti, il mio editore, quindi sa che l’epigrafe del mio volumetto “La toga strappata” è un suo verso: “Ho viaggiato cento notti per arrivare di giorno”.
- Perché? – chiede come se cantasse.
- In realtà la frase è incompleta. Occorrono anche le note che l’accompagnano per descrivere in un istante l’intera esistenza – rispondo.
E giù ironia, battute, filosofia, poesia…
- Lucio, se stanotte “balli sulle onde del mare ti vengo a guardare”.
“Non puoi immaginare la mia sofferenza nei banchi di scuola quando i miei occhi si posavano sui ragazzi e
non sulle ragazze. Mi sforzavo di deviarli, ma non ubbidivano. Mi fidanzai anche con una coetanea… Aspettai… Forse è un periodo… Devo ancora svilupparmi… Devo ancora… Devo… Sognavo l’amico e dovevo fingere di non desiderarlo… Volevo stringerlo, baciarlo ed era vietato… Volevo parlargli d’amore e strangolavo, prima che nascessero, le parole appena concepite… Mi sentivo Jack lo squartatore! Ma ero io
il serial killer? Ero io o la buon costume?... La contraddizione, la confusione, la guerra, la paura… l’inferno…
Perché ero diverso? Chi mi aveva condannato in eterno? Mi confidai, ma mi evitarono fino a scomparire, pur mantenendo il segreto. I miei genitori, moderni con tutti, con me furono primitivi. La stessa ipocrisia sporcava il sacerdote che mi aveva cresciuto, un gay strozzato da stole e pianete. Era indulgente, cercava di essere semplice, chiaro, ma ripeteva pedissequamente il Catechismo in un monologo di divieto, peccato, castità… ma puoi guarire, eh,… con la preghiera, tanta, tanta, l’autocontrollo… Don coso, è solo una variante naturale del comportamento umano! Scienziati di tutto il mondo sostengono che non è una malattia mentale e che, se cerchi di diventare etero, rischi di farti male. Non decidi di essere gay, lo sei! Io continuavo a credere, ma proprio i fedeli mi ghettizzavano. Quante discussioni facevo con Gesù. Quante lacrime ci scambiavamo. Era l’unico che mi capiva. Ma mi ridussi uno straccio. Venne il tempo del medico, poi dello psicologo, dello psichiatra, infine dell’esorcista: nessun risultato! Intanto la cattiva notizia invase il quartiere. Mentre io mi aggrappavo al Vangelo, i presunti apostoli mi respingevano. In un vero e proprio scontro con il Nazareno, acuminato da un temporale senza pioggia, proprio lui, sì, proprio lui, mi indicò la via. Io andavo in escandescenze, sbraitavo, mi prendevo a schiaffi, ero nel podere di Getsèmani, provavo tristezza e angoscia… e lui taceva, se ne fregava, era passato al nemico, forse mi aveva venduto per trenta denari… Fissava la mia chitarra senza corde sulla sedia senza gambe… Sì, fissa, fissa… In realtà me la proponeva… come mia croce… o mia salvezza… Diventai un cantautore, una star, riempivo gli stadi più delle partite… Il successo mi rese libero! Libero di amare. Perché amando lui amavo tutti. E sfoggiavo il mio compagno e nessuno mi faceva pesare la mia diversità. Mi sentivo completo, realizzato. Potevo amare senza essere deplorato. Continuavo a credere. A dialogare con Gesù. Ad evitare messe e chiese, lasciando esplodere l’amore… e la sua perpetuità… – Non mi accecare, Cristo, per favore sposta la luce! – Io non ho nessuna luce. Sei tu che illumini la notte! Io claudicavo ma procedeva. La sessualità non c’entra niente con la fede. Puoi fare tutto il sesso che vuoi, avere le tendenze sessuali che la natura ti ha donato. L’unico comandamento è amatevi fra voi come io amo voi, nel pensiero e nelle azioni. Non mi ero mai sentito così vero e libero”.
- Lucio, se stanotte canti sulle onde del Giordano, ti vengo ad ascoltare.
michi del gaudio

Achille Occhetto posted: 3/3/2022 at 19:43:49
il 3 marzo 2022 compie 86 anni.
Il sole autunnale era un acquerello soffuso sulle gallerie umane di Fiumicino, quasi vezzeggiava calcestruzzo, vetro e metallo senza fiori, li dirozzava e invogliava alla riflessione, alla malinconia allegra dei ricordi, alla ricongiunzione delle voci, alla unicità dell’insegnamento cosmico.
- Ma è Achille Occhetto! – dissi a mia moglie Maria.
Segretario della FGCI dal 1962 al 1966, del PCI dal 21 giugno 1988. 12 novembre 1989 discorso su svolta nella sezione Bolognina. 3 febbraio 1991 Partito democratico della Sinistra. Segretario Pds fino al 13 giugno 1994, sostituito da Massimo D’Alema. Fine ruoli di primo piano. Parlamentare fino al 27 aprile 2006. “… il più grande partito comunista dell’Occidente (si sposta) dal campo teorico e politico dell’Internazionale comunista e del marxismo-leninismo al campo dell’Internazionale Socialista. […] Il 4 febbraio 1991 il Pds nasce come partito dell’Internazionale socialista, collocato nel gruppo socialista del parlamento europeo e cofondatore del Pse”.
- Ciao, Michele! Signora! – ci incontrò affabilmente.
Appena pochi mesi prima non avrei mai immaginato che il traghettatore della Bolognina ricordasse il mio nome. Era ancora segretario del Pds quando lo sentii dal palco della Ripetta incoraggiante verso il gruppo parlamentare unico di tutti i progressisti. Era convincente, suadente, forse anche perché pronunciava parole sorelle delle mie. Infatti quando intervenni mi appassionai all’apologia del gruppo unico con tali sentimenti candidi e ideali storici da essere congedato da scroscianti applausi e tante pacche sconosciute sulle spalle. Ritornai al mio posto verso la decima fila, neanche un minuto e Occhetto mi tese la mano: “Il tuo intervento mi ha emozionato. Vorrei rivederti!”. Scambiammo pensieri sorretti dalle mie gambe tremule e si sviluppò un rapporto sincero e senza sconti, nonostante la mia devozione per le sue altisonanti vicende politiche.
- Come stai? Scorgo una vena triste sul tuo viso!
- Vado all’estero! Mi vogliono giubilare nell’Internazionale socialista. No, non gioire per me. Io ho una delusione che mi buca le ossa. Mi hanno tolto la segreteria e ora il colpo di grazia: l’esilio! La mia carriera è troncata. Conosco troppo bene il cursus honorum e “dishonorum”. A Cartagine buttarono il sale. Il tuo amico Massimo… no, no, so che ti stima, anche per la comune frequentazione della Normale di Pisa… non si accontenta della vittoria ai punti, pretende il tappeto.
Achille continuava senza astio, con serena rassegnazione, intuendo le mie osservazioni:
- Non siamo mai stati amici. Ma, quando Natta rischiò di morire in ospedale, fotografai il suo parto con l’abito di segretario del partito comunista, e ora del Pds. Per fortuna Sandro superò quella notte senza luna, perforata da lunghi coltelli, ma l’arena del Colosseo era tracciata. Ora è toccato a me. Il prossimo sarà Veltroni. Ah, sì, perché mi confido con te! Perché sei un puro! Non la pensi come me, ma sei leale. Se subisci una pugnalata, non la restituisci. Cerchi sempre il dialogo, il chiarimento. No, molti miei confratelli troppo spesso nascondono il gladio sotto la tonaca.
La serata trascorse in apparente allegria con Maria, che mi raccontò: “Come tante bambine e bambini anche io avevo un uccellino, un verdone. Non cantava ma svolazzava nella stanza. Si posò un canarino sul balcone. Mia madre lo rapì e lo inserì nella gabbietta. Il verdone non lo tollerava, faceva il dittatore. Il canarino non si lamentava. Con l’estate fecero amicizia. Il canarino rimase soffocato dal miglio e morì. Pochi giorni dopo il verdone si intristì e si lasciò morire”.
Ero commosso, gli occhi però pullulavano di Achille, del suo sguardo che accettava la morte, delle sue frasi sofferenti…
Alla fine mi addormentai in un sonno di sogni, che è vita vissuta.
michi del gaudio

Vito Del Gaudio, mio padre,posted: 1/3/2022 at 16:36:02
è morto il 1° marzo 2000.
Mi ha amato tacendo.
Gli dedico queste poche righe:
T'avrei dimenticato se non fossi mio padre
T'avrei dimenticato perché mi hai tanto amato
senza farmelo sapere
senza farmelo trovare
Il tuo sguardo severo
nascondeva la voglia di sostenermi
il desiderio di accarezzarmi
ma ti frenava il pudore di genitore
Adesso l'ho capito
T'avrei dimenticato se non fossi mio padre
Avrei dimenticato i tuoi abbracci recisi
i tuoi baci negati
il tuo non saper dire ti voglio bene
e i tuoi doni…
oh, le tue strenne, fuori tempo, senza tempo
invisibili, mute, sudate, infuocate
conflittuali, palpitanti, intense, immense…
più di qualsiasi altro padre
Adesso l'ho capito
e ti ricorderò per la vita

Pulcinella posted: 1/3/2022 at 13:05:46
nasce nel 1609.
Da giovedì 24 febbraio a martedì grasso 1° marzo 2022 si festeggia il Carnevale e quindi il compleanno dell’istrionica espressione napoletana e siderale.
Che non ha tempo, va di corsa. Ma è vero? Che ha fretta? No, l’urgenza in fondo è un modo per sfuggire a se stessi, a quel che si è realmente: è una finzione!
Qualcuno dispone di una galleria di immagini modellate su ogni circostanza. Con annessa mimica, intonazione, postura, costume, frasario… Chissà, se dopo tanto recitare, sa più chi è! Chi non è. Se è in carne ed ossa o di legno, come un burattino. Se può negare di vivere senza essere sé, o “confessare di non aver vissuto”, o ancora di non vivere affatto.
Nella gran parte dei casi cambia il sorriso in risolino, labbra tristi in musone o al contrario in euforia, con il gradevole obiettivo di scimmiottare l’interlocutore per compiacenza. Sì, dice e fa ciò che il pubblico si aspetta, anche se vernicia di male sé o qualche spettatore. È così che si forma quel reticolo che distrugge la spontaneità ed ostacola la felicità. La chiamano ipocrisia. Vestire abiti non propri; alternare con disinvoltura le mimetizzazioni del saper campare.
Anche Pulcinella ne ha indossate tante!
A quale prezzo! Comincia quasi ad essere contento della parte. Ma non è lui! Prima o poi crolla! Frana sotto il peso di una rappresentazione che lo schiaccia, tanto da non essere più consapevole se certi atti, fatti, idee, scopi, pietanze, piacciono al lui vero o al teatrante. Solo con la sofferenza capisce. E viene il momento in cui si gioca tutto per ricominciare la sua vita, quella autentica. Ma ormai non sa in che squadra gareggiare e a quale campionato iscriversi!
Vagabonda sulla spiaggia, quasi personaggio “in cerca d’autore”, aggrappato a qualche stella, per non perdersi del tutto. E ritrova più verità nelle maschere che negli individui! Quelle vere non le finte!
Forse è proprio lui, Pulcinella, la realtà! Una maschera per mestiere che si rinnova in persona per scelta. Un’essenza eterea che si materializza, una sostanza opaca che preferisce la trasparenza. Ed ammonisce: “Non diventiamo falsi per paura di essere veri!”. Anche perché la verità ha un effetto collaterale determinante: il coraggio, anche di decidere, la passione di essere… essere sé.
michi del gaudio




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