Michi

 

Ciao, sono Michi!
 

La mia prima pipì la faccio in un vicolo di Torre Annunziata il 1° ottobre 1952 e poi da scugnizzo divento magistrato anticorruzione e parlamentare a difesa della Costituzione e contro lo stragismo terrorista.
Anche un fessacchiotto come me può farcela!
Oggi mi dedico al dialogo con bambine e bambini, adolescenti, giovani per convincerli che, se ce l’ho fatta io, possono farcela tutti. Li stimolo ad optare per un attività in cui sprigionare le loro passioni, a tendere sempre a migliorare, ma, in mancanza, anche ad accontentarsi di quel che si è. Quel che si ha è meglio considerarlo un prestito temporaneo, a cui all’occorrenza rinunciare senza troppo baccano.
La mia infanzia è difficile, sono malaticcio, col culetto bucato da mille siringhe, che mi rendono nervoso, violento, un bulletto esperto di paccariata, aggressione a schiaffi con tutta la mano con entrambe le mani. Ma la scuola mi salva: il prof. Mistretta, alle elementari, la prof. Monaco, alle medie, il prof. Carosella, al liceo, credono in me, mi aiutano a tirar fuori la mia parte migliore. Tanto che nel ’71 approdo alla Scuola Superiore di Pisa, la Normale di giuristi, medici, ingegneri, ove mi laureo in giurisprudenza nel ’75 e apprendo un metodo di lavoro che mi è utilissimo come giudice istruttore a Savona.
Si affaccia il grande amore, Luciana!
Negli anni ’80 - entro in magistratura nel ’79 - sono ancora un ragazzino… un giudice ragazzino… Ciao, Rosario Livatino!… e tomo tomo, scemo scemo mi imbarco in inchieste delicate, come quella sui tumori causati dall’Acna di Cengio. Pur tremandomi le gambe, rinvio a giudizio i massimi dirigenti della Montedison. Scusate se è poco!
Grazie alle lezioni in corso d’opera dei miei capi, in sequenza Tonino Petrella e Francantonio Granero, scopro la prima tangentopoli italiana, il cosiddetto Caso Teardo, che anticipa di un decennio Mani pulite. Il processo è innovativo per molteplici aspetti: accertiamo quasi 400 reati, fra cui concussioni, corruzioni, peculati...; contestiamo la criminalità mafiosa lontano dalla Sicilia, con una interpretazione della legge secondo cui c’è mafia ovunque un gruppo di individui si avvale di intimidazione, assoggettamento ed omertà; conduciamo le indagini congiuntamente; l’istruttoria e il dibattimento sono computerizzati ed i relativi programmi vengono poi estesi a tutti gli uffici giudiziari italiani; mettiamo a faticare sotto lo stesso tetto Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, che cominciano a non farsi sgambetti. Ricevo anche una telefonata di stima ed incoraggiamento dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Il mio merito? Solo gestire con equilibrio una vicenda più grande di me, in particolare motivando una squadra in cui base e vertici delle Forze dell’Ordine si confrontano alla pari.
Tutto positivo? No! Sono costretto ad una routine inconsueta e preoccupante: scorte, auto e uffici blindati, dove passo anche venti ore al giorno. Mi fotto dalla paura solo a vedere i mitra degli agenti, però ci credo, dono tutto me stesso al Paese, anche se si manifestano segnali evidenti della salute che scricchiola. Li trascuro e vado avanti. Si verifica un unico dolorosissimo danno collaterale: fallisce il matrimonio!
Conosco Mario Almerighi, il mio fratello maggiore, e, con un folto gruppo di giudicesse e giudici, rispondo al suo invito di fondare il Movimento per la Giustizia, che emerge immediatamente come la componente riformista free lance nell’Associazione Nazionale Magistrati. È il tormentato periodo degli attacchi del Presidente della Repubblica Francesco Cossiga al Consiglio Superiore della Magistratura. La mia genuinità quasi infantile - Che bello conservarla intatta, arricchendola con esperienza e maturità! - è premiata dalle colleghe e dai colleghi, che mi eleggono in organi romani dell’Associazione e nella Commissione Giustizia e Informazione, che ha lo scopo di favorire l’indipendenza dei giudici e la libertà di stampa.
Negli anni ’90 ho una profonda conversione. Incontro il padre del Pool Antimafia di Palermo, Antonino Caponnetto, il monaco di Monteveglio, Giuseppe Dossetti, il prete antimafie, Luigi Ciotti, il vescovo Raffaele Nogaro e li rincorro da umile discepolo. Si riaccende in me un percorso di fede, che spero di ultimare prima di sera!
Nel ’92 saltano in aria Giovanni Falcone, Paolo borsellino, Francesca Morvillo, le agenti e gli agenti che li accompagnano. Nino Caponnetto è annientato, gli hanno ammazzato due figli, ma poi ha un’intuizione straordinaria: chiede ad una dozzina di amiche ed amici di portare le idee di Giovanni e Paolo sulle nostre gambe: accomuniamo allora all’impegno lavorativo quello sociale, girando le scuole di tutta Italia e le piazze, le strade, le chiese…, indirizzando il nostro annuncio soprattutto ai giovani.
Parallelamente si sviluppa in me un’altra passione, scrivere! Pubblico “La toga strappata”, Tullio Pironti Editore, prefazione di Raffaele Bertoni, in cui confido il cuore di un giudice: un inaspettato successo editoriale. Nel ’94, ancora con Pironti, esce “Il giudice di Berlino”, con la prefazione di Nino Caponnetto, che ha come destinatari tutti coloro che si battono per la giustizia, e mi ritrovo alla Camera come deputato indipendente sotto il simbolo dei Progressisti. Ancora una volta non sono all’altezza, ma da buon napoletano mi arrangio. Alla Commissione Difesa osteggio la produzione e l’uso delle armi per affermare il primato del ripudio della guerra. Nella Commissione Stragi cerco di smascherare il groviglio fra terrorismo e apparati deviati dello Stato. Sono affascinato dall’appello di don Dossetti per i comitati a difesa della Costituzione, lo comunico a onorevoli e senatori, insieme variamo il Comitato Parlamentare per la Costituzione: siamo in centoquaranta! L’amicizia con Peppino Di Lello e Tano Grasso mi coinvolge nella legge sulla confisca dei patrimoni mafiosi e nella omologa proposta di legge in materia di corruzione. Me ne invento anche una, senza esito, contro i messaggi subliminali nella pubblicità, nei videogiochi, nei cd musicali, dovunque si annidino. Il Ministero dell’Istruzione, grazie al sottosegretario Luciano Corradini, approva la mia mozione per l’introduzione della legalità fra le materie curriculari e per l’approfondimento della storia contemporanea.
Sono nulla, ma il bene che vive in me incalza sempre verso persone meravigliose.
Mi innamoro di nuovo, di Maria!
Mentre trotterello per scuole, nel febbraio ’95 dò alle stampe “Vi racconto la Costituzione”, con prefazione di don Giuseppe Dossetti, Editori Riuniti e SEI, ove sviscero con una decina di ragazze e ragazzi i principi costituzionali, non attraverso i trattati dei luminari, ma i versi più significativi dei cantautori italiani e stranieri. Dopo la parentesi de “L’imbroglio”, singolare resoconto fra reale e surreale del tentativo parlamentare, descritto in maniera più analitica ne “Il giudice e la politica” - entrambi editi da Pironti con prefazione di Sandra Bonfanti -, nel ’98 ritorno ai temi a me più cari con “Costituzione viva”, Donzelli, che riassume in modo originale una interessantissima avventura seminariale con le scuole superiori di Soverato; e con “La Costituzione del Duemila”, Simone, 1999, che aggiorna i cittadini sulle modifiche costituzionali della Commissione Bicamerale del tempo.
Intanto nasce Luca! La felicità indiretta, che provo se è felice, è superiore a tutta la felicità diretta che posso provare! Illumina la casa che guarda il mare! Scivolo piacevolmente sul poetico e partorisco “A un passo dalla luna”, Pironti, con prefazione di Rita Borsellino, un viaggio sincero fra sentimenti e ideali.
Collaboro anche con diversi giornali e contribuisco a realizzare la Fondazione “Sandro Pertini” su impulso della moglie Sandra Voltolina, con la quale germoglia una familiarità preziosa e stimolante. Sono anche nella Fondazione Caponnetto e nella Fondazione Sicuteri, il medico che poi mi esorta a lasciare la magistratura: le malattie ormai sono cronicizzate ed invalidanti, potrei rimetterci la pelle.
La scelta è sofferta, ma mi consente di dedicare più tempo alla famiglia, a Luca, a bambine, bambini, adolescenti, ai libri… Mi applico pochissimo ma efficacemente… per fortuna la mente è sana! L’insegnante e lo scrittore si amalgamano quasi spontaneamente in “A scuola di legalità”, prefazione di nonno Nino Caponnetto, Pironti, 2002, in cui, assieme agli alunni della “Giancarlo Siani” di Torre, sistemo in modo più omogeneo le chiacchierate con le studentesse e gli studenti italiani per approdare al concetto che rispettare le regole conviene. Nell’aprile 2004 aggiungo “Vi racconto la giustizia”, Pironti, rielaborazione scolastica de “La toga strappata”, con l’inserimento di una rubrica in cui spiego, racconto nel racconto, i termini giuridici che ricorrono nel testo.
Nell’ottobre 2005 è la volta di “La Costituzione come amica”, edito dal Centro di documentazione contro la camorra della Regione Campania, con prefazione di don Luigi Ciotti: un librodvd, in cui allieve ed allievi di otto scuole di Marano di Napoli, con la regia di Rosario D’Uonno, promuovono la Costituzione con la tecnica degli spot televisivi. Nel giugno 2007 è la volta di “Adolescenti”, prefazione di Maria Ortello, Loffredo Editore: per mesi e mesi studenti, docenti e genitori del liceo scientifico Pitagora di Torre si incrociano, discutono, scrivono sull’adolescenza, sulle regole, su se stessi per disegnare un universo ancora sconosciuto.
Per avvicinarmi ancora di più ai giovani e al loro linguaggio, mi tuffo in internet. Mi creano una page su Face Book e il sito www.micheledelgaudio.it, in cui raccolgo tutti i miei libri, che si possono consultare, copiare, stampare gratuitamente, e comincio anche ad inserire i miei articoli, le foto, i video…
Le forze sono inadeguate per licenziare altri volumi, pur avendone in cantiere più d’uno, ma a settembre 2014 pubblico sempre con Pironti “Vangelo e Costituzione”, una narrazione divulgativa il cui protagonista è Gesù, che rinasce dopo venti secoli, rivive il Vangelo assimilandolo alla Costituzione e prospetta riflessioni che contrastano con la tradizione ecclesiale, ma si ispirano a ciò che Papa Francesco ha fatto e farà per riportare il cristianesimo alle esortazioni originarie del Nazareno.
Le patologie mi impongono severe limitazioni, ma le abbraccio, perché è consigliabile accogliere i problemi irrisolvibili e costruire al loro interno il nostro spazio di felicità. Magari appagandoci delle piccole cose. Ce ne sono alcune che sono più grandi della più grande delle grandi cose. Una piccola cosa che mi manda in estasi è osservare gli oggetti di Luca quando non c'è: le magliette, i libri, gli appunti... e immaginarlo felice... mentre studia… mentre si diverte... mentre esulta allo Stadio San Paolo ai gol del Napoli alla Juventus.
È seducente anche fare qualcosa per gli altri. Non fermarci mai, pur rimanendo soddisfatti di quello che abbiamo raggiunto. Ho ancora dei progetti, dei sogni...
Ecco perché nel 2014 ho accettato di essere il referente torrese di Libera, concepita nel 1995 da don Luigi Ciotti, che coordina oltre 1600 associazioni, scuole, parrocchie, realtà che diffondono valori costituzionali, legalità, giustizia, solidarietà e lottano contro mafie, corruzione, povertà, in memoria delle vittime innocenti delle mafie con l’impegno di azioni materiali, decise di volta in volta.
La gran parte della giornata la passo sdraiato su una poltroncina a pensare, ascoltare musica, vedere un film, ma le quattro, cinque ore di autonomia le uso per trasmettere gioia, entusiasmo, felicità.




WebMaster : Einsteinweb